Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
di Roberto Ragone
È inutile nascondersi dietro al classico dito: la sconfitta del PD su scala nazionale è senz’altro il frutto della politica arrogante di un governo non eletto, che ha voluto agire secondo i programmi trasparenti di una guida globale che mira soltanto a consegnare definitivamente l’Italia ad un organizzazione occulta – senza per questo voler essere complottisti, i fatti sono sotto gli occhi di tutti – a cui fanno capo lobby, lobbisti e banche. Voler ‘cambiare verso’ all’Italia secondo ciò che Renzi ha stabilito, e non secondo ciò che i cittadini – definiti per questo ‘populisti’ – vogliono, è stato fatale per un governo che, oltre ad essere arrogante e autoritario, ha la maggioranza soltanto in Parlamento, a volte con una fiducia tanto criticata quando a metterla era Berlusconi e invece oggi abusata in nome della ragion di Stato.
Il 40% di Renzi Ci chiediamo dove sia il fantomatico 40% tanto e sempre sbandierato da don Matteo, facendo finta di ignorare che esso è il risultato di una consultazione elettorale europea, molto lontana dall’animo degli Italiani, e che nessuno s’è preoccupato di spiegare loro; ottenuto, per soprammercato, con una partecipazione di votanti poco sotto al 50%, quindi da dividere in due, risultandone il 20%, cioè esattamente la percentuale fisiologica del PD.
L'Italicum Questo lo sa bene Renzi, che con l’Italicum e le sue trappole cerca di farlo diventare maggioranza assoluta: infatti il premio di maggioranza della nuova legge elettorale avrebbe esattamente questo effetto, consentendo ad un PD al 20% – se non cala nel frattempo – di governare senza opposizione.
Referendum È evidente che queste mancate vittorie dei Dem indeboliscono notevolmente la posizione di Renzi a fronte del prossimo appuntamento referendario, per il quale ha ingaggiato già a gennaio di quest’anno a fior di milioni il massimo consigliere politico del mondo, tale Jim Messina, di cui già abbiamo scritto; per intenderci, l’autore della sconfitta di Bush e delle due vittorie di Obama, senza contare la nomination della Clinton. Evidente la preoccupazione di Renzi e l’importanza che lui attribuisce all’esito del referendum. Sintomatica l’assenza del presidente del Consiglio alle interviste in TV, è la sua solita tattica, cavalcare il carro del vincitore ed eclissarsi in caso di sconfitta. Anche se il nostro si è premurato di stabilire preventivamente che queste elezioni sarebbero state soltanto una consultazione elettorale limitata ad amministrazioni comunali, senza una valenza politica, smentendo sé stesso quando invece parla di elezioni europee al 40%, che a lui piace considerare una vittoria del suo partito. A nulla sono valse le scorrettezze adoperate in extremis per togliere voti ai Cinquestelle, specialmente a Roma: Virginia raggi ha ottenuto la maggioranza in tutti i seggi romani, anche in quelli del centro che in prima battuta avevano premiato Roberto Giachetti, sconfitto con una maggioranza bulgara.
Il voto delle comunali A dimostrazione, se ce ne fosse stato ancora bisogno, del fatto che questo voto la gente lo ha inteso anche contro Renzi e il suo governo, portando alla vittoria l’unica forza che ha dimostrato di non gradire accordi tipo Nazareno e ALA, insomma l’unica forza politica- senza volerne fare l’apologia – che può validamente contrastare tutti gli uomini del Presidente, sapientemente distribuiti da Renzi nei gangli vitali della nazione in posizioni di potere. Così, mentre i vincitori stappano bottiglie di bollicine, gli sconfitti si leccano le ferite, parlando di ‘ripartenza’. Patetico il tentativo di Giachetti di discolpare Renzi, assumendosi tutta la colpa del tonfo elettorale; altrettanto patetico il fatto che questa gente ha avuto tanti anni e tanti mezzi per ‘ripartire’, per ascoltare la voce della signora Maria e del ragionier Bianchi, ma se n’è infischiata. Ora a loro succede come a quel marito che dopo aver abbondantemente cornificato la moglie, dopo la separazione torna da lei strisciando e le chiede di ‘ricominciare’. Può darsi al contrario che la moglie in questione abbia già trovato un nuovo compagno, una persona che ascolta le sue parole, provvede ai suoi bisogni e soprattutto non la cornifichi. Ognuno raccoglie ciò che semina, ha detto qualcuno, e questo è il caso. Ricordiamocene quando andremo a votare per il referendum.
Correlati