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Editoriali

RENZI, POCA STABILITÀ E TANTA STRENNA

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Tempo di lettura 3 minuti Si spartiscono regali, marchette, mance e prebende. L’Italia de “Gli amici degli amici" è in festa!

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di Emanuel Galea

Come tanti sciacalli bramosi, si sono avventati sulle ossa scarnite della cianotica Italia, veri divoratori di carogne, versando lacrime di coccodrillo, con facce da deretano, si presentano davanti alla gente per parlare del futuro, di progetti. Quali?  Sono dei veri “dracula” assetati di “poltrone”, dimorano nel Palazzo, succhiando opportunità al pensionato, al disabile, al disoccupato, al malato cronico e sbeffeggiando i milioni di italiani che languiscono sulla soglia della povertà.

È successo nelle 33 ore di votazioni in commissione Bilancio con il triste epilogo alla Camera. In corso di discussione la manovra è lievitata oltrepassando i 30 miliardi e slabbrando ulteriormente la copertura del deficit, dal 2,2% al 2,4%.Trenta miliardi nel piatto e “loro”, tutti lì, nell’Emiciclo, pronti con gli artigli aguzzi, sbavando impazienti, ognuno pronto a strappare la libbra di carne dal petto dell’Italia, vittima indifesa della loro avidità.

L’italiano è importante e alla società Dante Alighieri vengono riconosciuti 300mila euro per promuovere l’insegnamento della lingua all’estero. Gioiscono tutti gli italiani! …

Il Club Alpino Italiano (CAI) è la più antica e vasta associazione di alpinisti ed appassionati di montagna in Italia fondato da Quintino Sella ed in suo onore è stato assegnato un milione di euro. Come strenna non è poca……

C’è chi si arrampica nella vita per arrivare a fine mese e non ha avuto alcuna strenna!

Una modesta marchetta da 70mila euro l’anno per tre anni, non sappiamo quanto meritata, l’ha avuta il museo della civiltà istriano-fiumano dalmata. Loro sono soddisfatti. Il contribuente italiano un po’ meno!

Al Maxxi, il museo romano affidato nelle mani di Giovanna Melandri, tutt’ora si ignorano le motivazioni, su proposta Pd sono state rallentate le norme sulla spending review. Ciò gli consentirà di poter "sforare" fino a 500mila euro all'anno a partire dal 2016. Come marchetta non c’è male! Gli amici degli amici si rallegrano.

All’Istituto Suor Orsola Benincasa e alla fondazione Pagliara, una proprietà di 33.000 mq che domina l'intero golfo di Napoli sono toccate 500 mila euro. Loro aspettavano qualcosa di più. Sono andate meglio degli insegnanti di sostegno esclusi dalle graduatorie ad esaurimento, a svantaggio degli alunni disabili, ai quali viene negato il diritto ad una concreta continuità didattica.

Forse, in omaggio a uno dei suoi primi soci, Galileo Galilei, si è pensato di elargire anche all’Accademia nazionale dei Lincei una mancia di euro 250mila. Forse quei soldi Galileo li avrebbe elargiti a qualcuno più bisognoso!  Renzi tifa per i guelfi e Galileo era un ghibellino.

Il sacco della befana Renzina contiene un milione l’anno, per ognuno dei prossimi tre, stanziato per il finanziamento di festival, cori e bande. Il rilascio di queste marchette sarà accessibile a tutti coloro che parteciperanno a un bando del ministero dei beni culturali che andrà emanato entro fine gennaio. Chi saranno i fortunati?

Questa legge di stabilità sarà ricordata per la grande abbuffata dei ventri enormi di pantagruelici commensali. Un’abbondante e variegata scelta fatta appositamente per non scontentare alcuno. Ci sono stati 20 milioni per i collegamenti aerei con la Sicilia, 15 del Fondo per la montagna, 10 del Comitato per le Olimpiadi di Roma 2014, 10 per Radio Radicale, 5 per la bonifica della Valle del Sacco. Hanno pensato di elargire 9 milioni per il comune di Campione d’Italia, pensate un po’, dove la locale casa da gioco, in dieci anni, ha perso 105 milioni. Perdite, quelle sì, «strutturali», niente da raffrontare con la perdita del potere d’acquisto delle famiglie italiane.

In piazza, raccolti in allegria, ambiente festoso, tutti lì, per salutare il nuovo anno 2016. Sorridenti ci saranno i 12,7% dei giovani disoccupati, i 4 milioni di italiani sotto la soglia della povertà, gli esodati, i truffati delle banche, gli sfiduciati, tutti con il naso all’insù, tutti a fissare la stella di Matteo che brilla nel cielo d’Italia, foriera di buone notizie, l’Italia finalmente esce dall’ombra e su tutta l’isola brillerà il sole del ben godi. Siamo fuori dalla crisi. Si spartiscono regali, marchette, mance e prebende. L’Italia de “Gli amici degli amici" è in festa! 

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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