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RENZI: "LA TASSA SULLA PRIMA CASA VIENE ABOLITA A TUTTI PER SEMPRE"

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Tempo di lettura 2 minutiSulla questione delle pensioni riferisce che ha chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità

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di A.B.
 
Roma – Il premier Matteo Renzi torna a parlare di argomenti molto cari agli italiani come pensioni e tassa sulla casa, usando toni decisi, determinati e che lasciano intendere un cambiamento immediato e certo. Sulla questione delle pensioni riferisce che ha chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita e aggiunge: “Spero che riusciremo a trovare un primo rimedio gia' con la Stabilita. Non posso rispondere ovviamente delle scelte del passato, alcune delle quali peraltro hanno provocato piu' costi che risparmi”.
 
Poi ha parlato di un argomento caro, anzi carissimo agli italiani, la tassa sulla prima casa: “La tassa sulla prima casa viene abolita per tutti per sempre” ha ribadito, aggiungendo inoltre “Sarebbe un gigantesco autogol passare i prossimi sei mesi a decidere chi paga e chi no, senza avere un criterio uniforme, sono certo che questa mossa avra' un effetto psicologico sul mercato immobiliare e sull'edilizia”. Vuole precisare inoltre che il Pd è più vivo che mai e ciò è dimostrato dai risultati elettorali  e gli oltre cinque milioni raccolti dal Pd con il due per mille. Aggiunge inoltre “Quanto ai sondaggi noi alle politiche supereremo il 40%, ne sono certo – aggiunge – ma se anche oggi fossimo al 34% saremmo piu' o meno il doppio della percentuale in cui erano i Ds durante la segreteria e il Governo D'Alema. Il doppio. E le nostre regionali, per intenderci, le abbiamo vinte noi, non e' un caso se governiamo 17 Regioni su venti”. Ma gli argomenti trattati da Renzi sono tanti e parla anche dell’assemblea dei sindacati che ha bloccato l’accesso ai Fori e al Colosseo ieri e precisa che è stato approvato un decreto legge che inserisce i musei nei servizi pubblici essenziali. “Certo, ci sono alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell'Italia. Non hanno capito che la musica e' cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il decreto legge lo dimostra in modo inequivocabile” conclude. 

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