RENZI, LA BANCA ETRURIA, LA BOSCHI, LA ROTTAMAZIONE E… LA RESTAURAZIONE

di Vincenzo Giardino

Dopo l'episodio del suicidio del pensionato Luigino D'Angelo, la cui unica colpa è stata quella di salvare i risparmi di una vita, il ministro Padoan parla di risposta del Governo. L'unica risposta immediata che dovrebbe dare il Governo è la richiesta di dimissioni del ministro Boschi, per l'evidente conflitto d'interesse tra la carica istituzionale e gli interessi privati della ministra.

La Boschi afferma che suo padre è una persona perbene per aver dato le dimissioni dall'incarico di vicepresidente della Banca Etruria poco prima del crac, ma da molte inchieste giornalistiche emerge che la dirigenza della banca spingeva il personale a convincere i risparmiatori ad investire in obbligazioni ad alto rischio. Il caso vuole che il genitore perbene rivestì l'incarico di vicepresidente della banca poco dopo che la figlia diventò ministro di questa Repubblica.

La Banca Etruria è ad Arezzo, la stessa cittadina del longevo Licio Gelli. Nel corso delle indagini sulla P2 emerse che proprio in questa banca il venerabile aveva un deposito chiamato “conto primavera”.

La stampa di Stato, quella che beneficia dei finanziamenti pubblici per intenderci ed è controllata dalla "politica", non sta dando sufficienti informazioni e Renzi continua a parlare di Leopolda piuttosto che fare chiarezza su questo episodio che coinvolge un ministro della Repubblica che è anche una stretta collaboratrice del suo staff.

Il premier continua a fare orecchio da mercante alla richiesta di dimissioni avanzata non solo dalle opposizioni, ma anche da una minoranza del PD. La sbandierata “rottamazione” di Renzi, alla luce dei coinvolgimenti negli scandali di molti esponenti PD, ha il sapore di una “restaurazione”. Il solido involucro invecchiato è solo ritoccato nell'apparenza dalle angeliche faccine di tutti quelli che rappresentano il potere politico di oggi. Basterebbe approfondire i legami parentali di molti di questi personaggi per capire che non è cambiato nulla, sono le solite lobby che stanno dietro le faccine a governare le sorti della penisola italica.

In questo periodo storico, in Italia, stanno avvenendo scandali che in altre altre epoche avrebbero fatto saltare i governi più forti. Attualmente tutti gli oppositori che gridano allo scandalo vengono tacciati dal premier con l'appellativo di “gufi”, guadagnandosi l'approvazione dei fans che lo seguono.

Intanto l'Italia si impoverisce sempre di più e Renzi fa spendere allo Stato Italiano una cifra scandalosa per un aereo ministeriale che non può decollare. La disoccupazione è palpabile per la gente comune che vive le difficoltà quotidiane e il ministro Poletti bacchetta i giovani laureati con 110 e lode perchè secondo lui la laurea a 28 anni non serve a niente. Mai come in questa epoca la voce degli operai, degli studenti e di intellettuali seri viene schiacciata con spietata intolleranza. I movimenti di opposizione, tranne che per speculazione politica, non stanno facendo nulla di concreto per ostacolare tutto questo. La gente comune ha l'impressione di vivere in una nazione che è in balia del nulla e Renzi continua a farsi i selfie in tutte le occasioni, offrendo l'immagine discutibile di leader di una nazione che, mai come in quest'epoca, non gode la stima di altri paesi europei.

Sono tanti gli italiani che sono arrivati a rimpiangere i politici della prima Repubblica che, anche nella misura dei comportamenti e del linguaggio, davano una maggiore impressione di affidabilità e serietà. La frequenza degli scandali, da Berlusconi in poi, avrebbero fatto impallidire anche il più spregiudicato dei politici di quell'epoca.

Purtroppo il numero di giornalisti e intellettuali che hanno il coraggio di evidenziare e informare con chiarezza su quanto sta avvenendo è veramente esiguo per stimolare  la coscienza popolare. Travaglio, Saviano e pochi altri non sono sufficienti per illuminare le menti, le masse continuano a seguire i media strafinanziati dal potere come non mai.

L'unica cosa chiara che emerge da questo stato di cose è che i giovani di oggi hanno il futuro molto più incerto della generazione che li ha preceduti.