Renzi e la manovra all'ombra del Referendum: "Sgravi totali per chi assume al Sud". E Berlusconi lancia l'assist: "Unico leader è Renzi"

Redazione

Tra poco Del Conte dell’Anpal firmerà un atto molto importante da 730milioni di euro, che sono quelli della decontribuzione per il 2017. Gli incentivi del jobs act solo per il Mezzogiorno saranno confermati integralmente. Le aziende che scelgono di assumere al Sud hanno la decontribuzione totale come il primo anno del Jobs act. E’ una importantissima scelta che abbiamo fatto per il 2017". Lo dice il premier Matteo Renzi a Caltanissetta. "Dicono che gli incentivi funzionano e pensano di criticarci…", sottolinea il premier. La decontribuzione varrà solo per i giovani e i disoccupati: lo precisa il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti spiegando che le decontribuzione sarà totale fino a 8.060 euro per 12 mesi per gli imprenditori delle regioni meridionali che, nel 2017, assumeranno a tempo indeterminato o in apprendistato giovani tra i 15 ed i 24 anni, e disoccupati con più di 24 anni privi di impiego da almeno sei mesi. 

Intanto il giorno dopo lo 'strappo' su Stefano Parisi ("non può avere un ruolo se in contrasto con Salvini") Silvio Berlusconi non nasconde la propria delusione per non aver trovato un suo 'erede' politico. "Spero che ci sia", dice a Rtl 102.5, anche se "fino adesso questa scelta non mi si è presentata. Avevo puntato molto su qualcuno che poi addirittura è passato dall'altra parte… Altri personaggi hanno deluso. Di leader veri nella politica – osserva – ora ce ne è uno solo e si chiama Matteo Renzi. Fuori dalla politica forse ce ne è qualcuno, ma dalla politica è stato buttato fuori…".

Berlusconi ha parlato anche di referendum. "Renzi mente: se vince il no non ci sara' nessun caos. Sono le stesse bugie – ha aggiunto – che diceva Napolitano quando diceva all'estero che il mio governo non aveva i soldi per pagare gli stipendi". Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a Rtl 102,5. "Renzi – prosegue – usa l'arma della paura per raccogliere voti".

"Se vince il no – ha detto ancora – si potra' avere un governo che faccia la legge elettorale e ci porti al voto. Oppure un esecutivo che faccia una riforma costituzionale con quelle cose che in questo non ci sono". "Noi vogliamo che vinca il no per ridare voce agli italiani e arrivare a ridiscutere una riforma della Carta tutti assieme, per raggiungere un accordo piu' ampio possibile". A chi gli chiede se fosse pentito della rottura con Renzi, l'ex premier risponde netto: "Purtroppo ci siamo chiamati fuori quando abbiamo capito che non era interessato a una vera riforma ma a regole cucite addosso a lui. A quel punto avevamo non solo il diritto, ma anche il dovere di opporci".

Sul fronte referendum il premier Matteo Renzi è andato all'attacco. "Non ci sono alibi – ha detto – se voti No difendi la Casta".