Renzi a Porta a Porta "In manovra aiuto a pensioni e anticipo. Dimissioni se vince No? Non cambio idea"

di Paolino Canzoneri

Nuove misure sulle pensioni sono previste nella legge di bilancio. Il nostro presidente del Consiglio sceglie la trasmissione serale di Porta a Porta della TV di Stato per spiegare e "rassicurare" gli italiani su importanti novità a favore delle classi meno abbienti da sempre costrette a sacrifici e pressioni di ogni tipo. Una ennesima "inversione di marcia" a favore anche di coloro che si erano trovati a dover navigare controvento in un mare di lacrime della Fornero che ostacolava la traversata verso la agoniata pensione anticipata. Due le misure sulle pensioni nella legge di bilancio che il premier spiega con le sue parole il primo intervento sugli assegni providenziali minimi: "Per dare chi ha più la mano sulla pensione minima" con "una sorta di quattordicesima" e trovare il modo di agevolare chi vuole andare in pensione prima, con uno scivolo o anticipo pensionistico, rinunciando a pochino. Tutti quelli che sono arrivati a tre anni prima della pensione o attraverso anticipo pensionistico che costi un'inezia o con accordi privati potranno andare in pensione anticipata", quando si dice 'intervento sulle pensioni' vuol dire che metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco. A partire dal governo Prodi chi prende la pensione di meno di 750 euro al mese ha una sorta di quattordicesima, ragioniamo su un'ipotesi del genere". E' un piacere vedere il nostro premier comodamente seduto nella poltrone dello studio di Porta a Porta in pieno revival propagandistico da prima Repubblica sicuro e orgoglioso delle iniziative ma gli italiani comunque attendono con la solita pazienza che i bei proponimenti siano sempre seguiti da efficaci e concreti risultati. L'Italia da sempre ha sofferto un peso tremendo di regimi fiscali opprimenti che oltre a marcare in modo sempre più netto la distizione fra le classi, ha causato un preoccupante e pericoloso disinteresse per la politica. Riguardo all'agomento Referendum Renzi alla domanda postagli in studio su cosa potrebbe accadere il 4 Ottobre qualora la Consulta bocciasse una parte della legge elettorale, risponde con fermezza: "Siamo pronti a cambiare l'Italicum se ci sono i numeri in Parlamento. Sia che la Corte Costituzionale dica sì, sia che dica no. Il testo originale del governo era scritto molto meglio. Condivido il fatto che poteva essere scritto in modo più semplice.  A naso la data del referendum sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre. Sulle dimissioni nel caso di vittoria del "No" al referendum costituzionale non ci ho ripensato. Ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare, ho detto solo che non parlo più del mio futuro. Questo referendum non riguarda il futuro di una singola persona, ma il fatto che si possano ridurre delle poltrone, che solo la Camera darà la fiducia al governo e che si interverrà sulle regioni". Fra gli altri argomenti presi nella trasmissione, Renzi ha confermato quanto detto con Padoan a Cernobbio circa la concreta possibilità di rimanere stabili sul 2,3% nel rapporto fra deficit e pil e crede sia una dimostrazione di credibilità per un futuro il meno pesante possibile per figli e nipoti che non troverebbero le risorse necessarie per vivere la propria vita: "La Spagna cresce del 3%. Ma ha un deficit del 5%, che in Italia varrebbe circa 50 miliardi. Dessero a me 50 miliardi da dare ai cittadini o da ridurre le tasse, anche io avrei una crescita del 3%. Ma il problema è che quelli prima di noi hanno mangiato al ristorante e hanno lasciato da pagare. Per questo abbiamo il debito. E io non lo lascio da pagare a figli e nipoti". Riguardo al sisma del 24 Agosto del centro Italia il premier ha detto che i soldi devono essere spesi bene ed evitare il più possibile che sciacalli ne possano approfittare avviando interventi alla carlona con il risultato di sperpero di denaro utile per la ricostruzione delle zone disastrate. Fra i tanti argomenti presi e discussi anche contratti e MPS su cui crede e urge un possible un aumento di capitale mentre per i contratti dei dipendenti pubblici ha detto: "Da sette anni i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato. Lavoriamo perché nella legge di Stabilità sia sbloccato il loro adeguamento salariale". "Il bonus continuerà per gli insegnanti e i professori, sarà rinnovato: un piccolo contributo per formarsi. Se fai l'insegnante è giusto che lo Stato riconosca la tua funzione". Domande e pronte risposte, alcune già sentite altre meno ma che tutte attendono verifiche e concrete realizzazioni. Ci tocca sempre sperare e cercare di trovare qualche "traccia" di ottimismo per andare avanti.