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Il Rettore ha incontrato il nuovo comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Aloisio Mariggiò, per compilare un piano di intervento.
di Maurizio Costa
Rende (CS) – Non sembrano fermarsi le violenze ai danni di giovani studentesse nei pressi dell’Università della Calabria, una delle più grandi d’Italia.
Dopo il tentativo di aggressione perpetrato ad una ragazza spagnola, fatto accaduto lo scorso anno, un’altra violenza, sempre ad una giovane straniera, fa rivolgere l’attenzione sul problema della scarsa sicurezza intorno al polo universitario.
Pochi giorni fa, una studentessa ecuadoregna, dopo aver terminato le lezioni, si dirige verso il suo alloggio universitario, poco distante dall’Ateneo. Sono circa le 18.30 e la strada per tornare a casa è buia, sebbene non sia desolata. Ad un certo punto un uomo le stringe un fazzoletto umido sulla bocca e cerca di violentarla. In pochi istanti la ragazza riesce a divincolarsi e a scappare via. Parte subito la denuncia, ma trovare il responsabile non sembra un’impresa facile. Questo ennesimo avvenimento rende esplicita la situazione dell’UniCal: poca sicurezza, strade troppo buie e vigilanza non sufficiente.
Il Rettore dell’Università, Gino Mirocle Crisci, si è reso disponibile ed è stato molto vicino alla ragazza. Ha promesso di aumentare la sicurezza perché gli universitari non devono avere paura di studiare all’UniCal. “Episodi di questo genere non devono accadere più e già mi sono attivato per aumentare la sicurezza.” La scorsa settimana, infatti, il Rettore ha incontrato il nuovo comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Aloisio Mariggiò, per compilare un piano di intervento.
Poche settimane fa un altro episodio di violenza: questa volta un ragazzo senegalese laureato in Scienze filosofiche, è stato aggredito sotto le pensiline; un’altra vicenda che non fa che aumentare la paura degli studenti.
L’osservatore d'Italia si è recato sul posto per verificare da vicino lo stato di sicurezza dell’Università e i risultati non sono stati rassicuranti: data la grande dimensione della struttura, la vigilanza non riesce a coprire tutta l’area e sono molte le zone isolate e buie. “Abbiamo paura ad andare in giro di sera. – queste le parole di alcuni studenti, che poi aggiungono – Le aule e la struttura spesso rimangono aperte e incustodite anche di notte. Nessuno chiude le porte la notte e la vigilanza è davvero carente.”
Un polo universitario così grande e così importante, che vanta quasi 40'000 iscritti, non può permettersi una situazione del genere. Lo studio è un diritto di tutti: che il Rettore faccia qualcosa per consentire agli studenti di vivere tranquillamente.
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