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Redazione
La giunta Polverini ha approvato il Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, anno scolastico 2012/2013. Il Piano, come previsto dalle disposizioni della Legge 111/2011, prevede la riorganizzazione della rete scolastica regionale in istituti comprensivi, costituiti nel rispetto dei parametri numerici, da un minimo di 600 alunni per i territori montani ad un massimo di 1000 alunni e tenendo conto delle richieste e delle proposte pervenute dall’utenza.
“Si tratta di un importante provvedimento – dichiara la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini – funzionale alle esigenze di ammodernamento della rete scolastica regionale. Pur nella complessità del lavoro necessario ad ottemperare, nei termini e nei modi, alla normativa, il dimensionamento scolastico annualità 2012/2013 rispetta prevalentemente le indicazioni degli Osservatori provinciali e del Tavolo regionale, che si sono tenuti in un clima di piena e leale collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale, alla presenza di tutte le sigle sindacali del settore scuola”. Il Piano, dovrà ora passare all’esame della Commissione consiliare competente. “Mi impegno a convocare periodicamente l’Osservatorio regionale – dichiara l’assessore regionale all’Istruzione e Politiche giovanili, Gabriella Sentinelli – al fine di verificare che la riorganizzazione prevista dal Piano risponda agli effettivi bisogni della popolazione scolastica regionale. Solo una verifica puntuale e costante delle necessità dei territori potrà mettere in evidenza eventuali criticità da affrontare”. Gli standard previsti nel Piano tengono conto anche delle caratteristiche geo-morfologiche, della presenza di adeguati collegamenti del servizio di trasporto pubblico rispetto ai punti di erogazione (distanze e tempi di percorrenza), delle esigenze socio-economiche, nonché dell’andamento demografico in essere e dei trend di frequenza dei punti di erogazione. Vengono inoltre confermati i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA), prevedendo una serie di nuovi indirizzi di studio per ampliare l’offerta formativa in base alle reali esigenze del territorio.
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