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REGIONE SICILIA:TROPPI SPRECHI. DOVE SI VA?

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Tempo di lettura 2 minutiMa perché il consiglio comunale di Palermo deve costare un milione di euro in più (5 milioni e centomila euro) rispetto a Milano

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di Angelo Barraco

In un momento così delicato, come quello che stiamo vivendo, il primo pensiero di ogni politicante, governatore, presidente dovrebbe essere quello di tutelare e salvaguardare l’area da esso governata evitando sprechi inutili, riducendo eccessi e mettendo in primo piano l’interesse del popolo. Ma in Sicilia tale concetto è utopico, molto ma molto lontano rispetto alla realtà dei fatti. Analizziamo come si è evoluta la situzione in Sicilia, da fine gennaio ad oggi è successo questo: l’assessore al Bilancio Alessandro Baccei propone di fare dei tagli sui costi della politica “equiparandoli al resto d’Italia”, Crocetta invece? Crocetta dice NO! Crocetta dice no perché sostiene che “Gli amministratori rischiano e fanno sacrifici”. Per Crocetta gli stipendi di sindaci e consiglieri comunali, in Sicilia, non vanno toccati! Baccei e Crocetta si trovano agli antipodi, il primo, assessore al Bilancio, vuole mettere a posto i conti della Regione Sicilia e il suo invito a sistemare tale situazione è stato reclamato da Graziano Delrio e Matteo Renzi. L’altro invece, Crocetta, continua ad essere ottimista sulla situazione della Sicilia. Da tempo ci si chiede: ma perché il consiglio comunale di Palermo deve costare un milione di euro in più (5 milioni e centomila euro) rispetto a Milano che ha una popolazione superiore? Perché i consiglieri comunali e i sindaci devono essere in numero superiore rispetto alle altre città del nord Italia che contano un numero superiore di cittadini? Il piano di Baccei è semplice, propone di cancellare 1.231 consiglieri comunali e 674 assessori.

La polemica. Si punta anche ad un taglio sui gettoni di presenza, ed è proprio questo il punto che ha fatto scaturire polemica. Crocetta a tal proposito dice testuali parole: “Ho fatto il sindaco e so quali sono i loro sacrifici e i rischi che corrono. Rischi che derivano dal confronto quotidiano con le categorie più disagiate e dal controllo sugli atti amministrativi da parte della Corte dei conti. Il tutto a fronte di stipendi che spesso non superano quello di un operaio”.

Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle) sostiene il piano di Baccei commentando così: “I deputati sanno che il governo Renzi punta a equiparare gli stipendi dei consiglieri regionali a quelli dei sindaci del capoluogo della Regione: tagliando lo stipendio di Leoluca Orlando rischiano inavvertitamente di auto tagliarsi la loro busta paga, penso che lo stipendio dei deputati regionali vada tagliato ancora rispetto al tetto stabilito dal decreto Monti: i sindaci però li tutelerei. Lavorano molto più dei deputati, rischiano di più: Baccei e Crocetta dovrebbero tagliare gli stipendi ai deputati, abbassandoli almeno cinquemila euro al mese”.

Crocetta si trova ad un bivio: O ignora le richieste di Baccei e del governo centrale, oppura varare una spending review, spaccando nuovamente la maggioranza.  Pochi giorni è avvenuto un incontro tra Crocetta, l’assessore al bilancio Baccei, il sottosegretario Graziano Delrio, i ministri dell’economia e dell’ambiente Pier Carlo Padoan e Luciano Galletti. L’incontro, come dicono loro, era finalizzato a stabilire tre tavoli di lavoro congiunti tra Regione siciliana e governo nazionale. Dopo qualche ora arriva una novità inaspettata, il premier Matteo Renzi ha deciso di commissionare la Sicilia affermando ufficialmente che: “Ieri ho fatto una riunione sugli impianti di depurazione per la Sicilia: c’è più di un miliardo di euro tecnicamente fermo ed è ingiusto e inaccettabile. Il commissariamento è l’unica strada e ho chiesto di procedere rapidamente senza guardare in faccia nessuno” dice Renzi nella sua enews. Il governatore Crocetta, fermo ancora ai tre tavoli tecnici stabiliti nella riunione di ieri, casca dalle nuvole.” Cambierà qualcosa? Vedremo!