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di Enzo Basso
Messina – Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha bloccato i contributi diretti alle associazioni culturali e “no profit”: “occorre l’evidenza pubblica”. Una novità che ha mandato in allarme decine di enti che attingono aun fondo a fisarmonica da trenta milioni di euro l’anno: la Fondazione Piccolo di Capo d’Orlando, il museo Mandralisca di Cefalù, perfino il Brass Group e il Corfilac di Ragusa, l’ente che si occupa della filiera agroalimentare. Ma come si farà a spiegare all’Unione italiana Ciechi di Catania, che incassa due milioni di euro l’anno, che un’altra stamperia Braille ha presentato un progetto degno di maggiore punteggio del suo? Oppure: come si farà a certificare la maestria del fiuto dei cani-guida della scuola per ciechi Elen Keller di Messina? “Semplice-ironizza un deputato agrigentino del Pd-bisognerà ritagliare bandi su misura per chi deve vincere. E’ la sartoria della trasparenza, no?”.
L’allarme è scattato in più parti della Sicilia. Da Troina, dove ha sede l’Oasi di padre Ferlauto, sono partiti sedici pullman alla volta della Regione: da tre anni non viene rinnovata la convenzione con l’Irccs: metà dell’economia di Troina e dei comuni vicini è andata in malora. Stessa difficoltà si registra all’Autotrodomo di Pergusa: si corre a perdifiato, cxol il rischio di finire fuori pista, perché non si può programmare nulla: ogni anno le somme si riducono di un terzo. Così l’istituto di Incremento Ippico di Catania: partecipare ai bandi significherà specificare che i contributi possono essere assegnati solo a chi difende l’asino di Pantelleria, quello di Ragusa o il cavallo Sanfranfratellano. “Non è una grande forma di ipocrisia istituzionale se finora la stessa presidenza dell’Ars ha assegnato contributi diretti per …
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