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Redazione Lazio

REGIONE LAZIO, PISANOPOLI: ANCHE LA CHIESA DECISIVA PER LE DIMISSIONI DELLA POLVERINI

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Tempo di lettura 4 minutiL’ex sindacalista non è arrivata neppure a metà mandato

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Angelo Parca

“Questi signori li mando a casa io”, così ha detto Renata. Una volontà di parlare a giochi fatti? La voglia di sfogarsi e dire tutto sulla faida all’interno del Pdl che si era andata a creare? Il fatto che l’Udc ha tolto l’appoggio alla Giunta regionale significa che il partito centrista si è fatto corteggiare dal  centrosinistra e dalla scia moralista che è passata nel pomeriggio. Così, riempiendosi la bocca di “dignità”, l’unione di centro ha mollato la presa. Comunque la posizione di Pier, inaspettata, insieme al monito di Bagnasco hanno portato Renata Polverini alle dimissioni. L’ex sindacalista non è arrivata neppure a metà mandato. Adesso si vuole sfogare, vuole dire tutto da cittadina libera. Ma veniamo alle parole del presidente dei Vescovi italiani, grande sostenitore del governo Polverini, durante l'apertura del Consiglio episcopale permanente: ''Che l'immoralità e il malaffare siano al centro come in periferia non è una consolazione, ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed è motivo di rabbia per gli onesti''. E dice ''no a soggetti chiacchierati alle prossime elezioni''.  Come al solito Casini è voluto uscire dal “marciume” che ha condannato oggi: "Domani mattina faremo una riunione – ha detto Pier –  io credo che dopo il marcio che è emerso, dopo la cupola che ha fatto venire fuori uno schifo, la cosa migliore, ma è la mia opinione e potrò andare in maggioranza o minoranza è che bisogna restituire parola ai cittadini". "Mi auguro che Polverini non ascolti chi le dice di rimanere ancora lì. Gli italiani apprezzeranno. Mi auguro che il Presidente Polverini e chi ha collaborato con lei in modo serio capisca che con questa marea di fango che si é alzata restituire la parola agli elettori significa essere dignitosi", ha aggiunto Casini.

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