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Ambiente

Regione Lazio, nuovo piano di risanamento dell’aria. Greenpeace: con il vecchio piano lo smog è aumentato

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ROMA – Greenpeace ritiene che l’accordo arrivato ieri tra Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio sulle politiche per la qualità dell’aria di Roma sia un passo positivo che, tuttavia, arriva con incredibile ritardo.

La Regione Lazio sta lentamente redigendo un nuovo Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA). Greenpeace ricorda che quello oggi in vigore, in quasi dieci anni di applicazione, non ha determinato miglioramenti significativi per quanto riguarda la concentrazione di inquinanti nell’aria della capitale, che resta fortemente inquinata. Il Piano in vigore, che dovrebbe essere lo strumento principale della Regione in termini di programmazione e indirizzo per abbattere lo smog, è addirittura non più rispondente alla normativa: ovvero, fa riferimento a un quadro legislativo nel frattempo mutato da ben otto anni. Proprio per tale ragione, lo scorso febbraio, Greenpeace e ClientEarth avevano notificato una lettera di diffida alla Regione Lazio con la richiesta di adottare urgentemente un nuovo PRQA.

L’accordo tra Ministero e Regione, peraltro, demanda al PRQA in via di redazione la previsione di “una limitazione della circolazione dal 1° novembre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 1° gennaio 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle ore 18,30” per i diesel euro 3. Si tratta di una misura debole, che andrebbe almeno estesa all’intero anno solare; ma, ancor più, il nuovo PRQA non sarà mai adottato prima del prossimo gennaio. Dunque ci si chiede: tale blocco sarà prossimamente operativo? Il Comune di Roma partecipa di questa scelta?

Greenpeace auspica inoltre che le misure di incentivazione all’acquisto di veicoli a basse emissioni, previste nell’accordo, non contrastino con l’esigenza di ridurre drasticamente il parco dei veicoli circolanti; e che non si incentivino in alcun modo veicoli a gas, le cui emissioni – come dimostrato da recenti studi – non risultano significativamente migliori di quelle dei tradizionali veicoli a benzina o gasolio; né veicoli ibridi.

Dall’altro lato, su Roma, c’è un governo cittadino latitante. «Virginia Raggi aveva positivamente annunciato, lo scorso febbraio, uno stop dei diesel a Roma entro il 2024. Da allora il buio», commenta Andrea Boraschi, responsabile campagna Trasporti di Greenpeace Italia. «Ci risulta che all’attenzione della sindaca vi sia, dalla fine dello scorso maggio, una roadmap di decarbonizzazione del settore trasporti nella Capitale. Questo documento, approntato dai tecnici incaricati, include ovviamente un percorso di limitazione e poi di bando alla circolazione dei diesel in città: ci risulta però che questo documento “giaccia in un cassetto”, per così dire. A quando il passaggio dalle parole ai fatti?».

Per Greenpeace, dopo questo primo passo, il ministero per l’Ambiente – anche in virtù della procedura d’infrazione Ue che interessa l’Italia in materia di qualità dell’aria, e che vede proprio Roma e la Valle del Sacco tra le aree incriminate – deve sollecitare e ottenere dai governi locali maggiore impegno. A Roma tre milioni di persone sono esposte tutti i giorni a un’aria satura di inquinanti, oltre i limiti di legge, con un costo sanitario, ambientale ed economico inaccettabile.