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Redazione Lazio

REGIONE LAZIO INCHIESTA CECINELLI: IL GIP ARCHIVIA L'UFFICIO DI PRESIDENZA

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Tempo di lettura < 1 minutoPer la procura, anche se fu tutto l'ufficio di presidenza a votare all'unanimità quella nomina, come risulta dalle varie delibere, la proposta venne solo dall'allora presidente Mario Abbruzzese

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Roma – Si è conclusa con una archiviazione l'inchiesta della procura sui componenti dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale del Lazio che nel 2012 prorogarono di altri sei mesi l'incarico a segretario generale di Nazareno Cecinelli, benché fosse già in pensione. Il gip Valerio Savio, dopo una riserva di alcuni giorni, ha accolto quanto sollecitato dal pm Alberto Pioletti, che aveva chiesto di archiviare, per carenza dell'elemento psicologico del dolo, la posizione di Bruno Astorre, Gianfranco Gatti, Claudio Bucci, Raffaele D'Ambrosio e Isabella Rauti, indagati per concorso in abuso d'ufficio. Per la procura, anche se fu tutto l'ufficio di presidenza a votare all'unanimità quella nomina, come risulta dalle varie delibere, la proposta venne solo dall'allora presidente Mario Abbruzzese. Una linea condivisa in buona sostanza anche dal gip Savio. "Dagli atti – scrive il giudice nel suo provvedimento di tre pagine – non emergono concreti indizi di condotte collusive tra Cecinelli e gli indagati" che non risulta avessero una "comune, consapevole volontà diretta a favorirlo". Astorre e gli altri quattro "avrebbero tutti fatto affidamento, prima di votare a all'unanimità la delibera, sui tecnici che l'avevano predisposta ed analiticamente motivata e sul presidente Abbruzzese che l'aveva politicamente proposta e promossa, restando ignari del fatto che la 'prorogatio' di Cecinelli avrebbe fatto superare il limite di incarichi esterni previsti dalla legge". Il destino giudiziario di Abbruzzese e Cecinelli, che avrebbe ricevuto un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dall'attribuzione del trattamento economico di segretario generale, si conoscerà invece dopodomani: sarà un altro giudice a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio, sempre per abuso d'ufficio, avanzata dal pm Pioletti, secondo il quale Abbruzzese non poteva non sapere che la proroga dell'incarico di Cecinelli fosse in contrasto con la normativa vigente.