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Redazione
Regione Lazio / Politiche abitative – L'Ater del futuro sarà unica. Spariranno le cinque aziende provinciali per l'edilizia residenziale pubblica incluse quelle di Roma e Civitavecchia. Un solo Consiglio d'amministrazione, un solo collegio dei revisori, un solo direttore generale. Per ora c'è una relazione legata agli interventi da realizzare nell'ambito della spending review ma presto arriverà una proposta di legge, forse proprio ad hoc sulla riforma dell'Ater.
"Abbiamo portato in giunta la riforma delle Ater – dichiara l'assessore regionale alle Politiche Abitative, Fabio Refrigeri – perchè l'abitare, il disagio e l'emergenza stanno dentro un pacchetto molto ampio che ha bisogno di risposte simili ma diverse l'una dall'altra. Tra l'emergenza assoluta di un senza tetto, chi ha un reddito che però non gli consente di cercare casa andare sul libero e mercato e chi vuole costruire un altro percorso ci sono delle differenze. E allora perchè unificare le Ater senza perdere i 'pezzì territoriali? Figurarsi se uno che viene dalla provincia non sappia il valore delle decisioni prese nei luoghi ma la governance posso unificarla, facendo un unico centro di spesa, un'unica stazione appaltante e un solo pensatoio che sappia evolvere l'utilizzo dell'Ater come strumento nel mercato degli affitti. Poi, l'operatività può essere garantita o ovunque e magari apro pure più sportelli. Un cda di carattere unico, regionale, che non debba per forza avere tutti i direttori. Dobbiamo avere una direzione tecnica, che sia centrata sull'acquisto di beni e servizi, mettendo tutto in trasparenza. A questo proposito la prossima settimana faremo protocolli importanti con Anac. Sui territori un front office molto attento col cittadino per le manutenzioni, le richieste e un'analisi territoriale dell'abitare. Si tratterà di uffici territoriali, sul modello del genio civile che sta funzionando molto bene". Per quanto concerne i risparmi Refrigeri ha dichiarato "le economie sono evidenti, non solo nel numero delle persone ma perchè centralizzando e ottimizzando l'acquisto di beni e servizi sicuramente ce ne saranno di enormi, basti guardare cosa è accaduto con la cabina di regia della sanità. Solo con la rimozione delle poltrone avremo un risparmio annuo di circa 8 milioni ma oltre a questo c'è l'efficientamento del sistema". Un'altra importante novità introdotta dalla futura riforma è legata all'ingresso dell'Ater nel campo dell'housing sociale, affitto di case per una fascia di redditi superiore a quella tradizionalmente intesa come popolare: "Perchè in questa questione dell'housing sociale non c'è un patrimonio che l'Ater mette a disposizione dei cittadini? È un'evoluzione nelle corde della nuova Ater e nella proposta che pensiamo è un elemento su cui puntare per centrare questi obiettivi. Io ci credo fermamente. Del resto le case popolari sono case a locazione a canone sociale, quella è una fetta. Poi, entro nell'housing, prendo i fondi e fisso un'altra fascia, la rendo pubblica, faccio 2000 alloggi, per esempio, e verifico se c'è disponibilità, come sono convinto ci sia". Una sorta di evoluzione della casa popolare "magari con tempi più stretti, magari ci sono persone che per un periodo vogliono stare in housing sociale perchè hanno l'aspettativa di diventare proprietario di un alloggio, con una turnazione più rapida di quella che abbiamo sull'edilizia residenziale pubblica".
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