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Roma

REGIONE LAZIO E LA CLINICA DEI MISTERI: TRA PRESUNTE MINACCE AI DIPENDENTI E CASI DI TUBERCOLOSI ACCERTATI

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Tempo di lettura 3 minutiPaziente con tubercolosi ricoverato nella clinica psichiatrica Colle Cesarano successivamente trasferito allo Spallanzani dove poi è morto

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di Cinzia Marchegiani

Tivoli (RM) – Torniamo a parlare della clinica psichiatrica Colle Cesarano accreditata presso la Regione Lazio con un budget portato a 9 milioni di euro l’anno – precedentemente era di 8,5 Mln – successivamente all'insediamento del governatore Nicola Zingaretti.
Intorno alla struttura sembrerebbe essersi eretto un muro di gomma inamovibile alle richieste di informazione riguardo i pazienti psichiatrici che sono in degenza nel nosocomio e sui diritti dei dipendenti che lavorano in questi reparti.
Colle Cesarano resta quindi avvolta in troppi misteri ed al centro di "particolari interessi", tanto da finire nelle intercettazioni di mafia capitale con l’ex capogruppo del partito Democratico in Regione Lazio Marco Vincenzi e oggetto di un'inchiesta, sollevata dal gruppo consiliare del M5S Lazio, in merito al riscontro dei requisiti minimi della casa di cura. I criteri per accedere all'accreditamento vengono contestati in quanto, secondo i consiglieri M5S,  non sarebbero stati rispettati per ottenere il budget annuale milionario.

Il blitz del 13 luglio 2015 Sicel.
Dopo il blitz notturno del 23 giugno 2015 alla clinica Colle Cesarano messo in atto dal consigliere Davide Barillari del M5S Lazio al deputato Massimo Baroni M5S e ai sindacalisti del Sicel, la mattina del 13 luglio 2015 è stata effettuata un’altra ispezione da parte dei sindacalisti del Sicel, poiché sono stati contattati da alcuni dipendenti che hanno confessato di subire minacce riguardo le proprie mansioni e diritti lavorativi.
Nell'ambito della nostra inchiesta giornalistica abbiamo quindi contattato il segretario Confederale Sicel, il dr. Andrea Paliani mentre era ancora all’interno della struttura del nosocomio. Paliani ci ha confermato che dopo molta reticenza viene permesso loro di entrare nella struttura e prendere contatto non solo con i dipendenti, ma ha potuto anche valutare come una caposala su tre presenti sembra essere reggente di un ruolo senza avere titolo in merito. Il segretario confederale ci fa sapere che ha verificato se la Geress, proprietaria di questa clinica, avesse rispettato la normativa del "ccnl alop rsa" per determinare le ore di straordinario dei suoi dipendenti, poiché da una prima verifica sembrava invece che lo straordinario dei suoi lavoratori fosse stato già programmato ed elaborato nei turni. Paliani ci spiega che l’art.52 dello stesso "ccnl alop rsa" riguardo le prestazioni di lavoro supplementare e straordinario hanno carattere invece eccezionale e devono rispondere ad effettive esigenze di servizi: “Il lavoro straordinario e supplementare non potrà mai essere utilizzato come fattore di programmazione del lavoro”. In questo senso il segretario confederale afferma che serve verificare in questa direzione se i lavoratori vivono in condizioni intimidatorie che portano i lavoratori stessi a prestare turnazioni massacranti, senza che venga rispettato il ccnl, il quale se non applicato non tutelerebbe affatto i lavoratori stessi.

Il caso tubercolosi, infettati infermieri dopo il ricovero e morte di un paziente. Durante la telefonata con il segretario confederale Sicel, dr Paliani emerge anche lo scandalo dei contagi avvenuti all’interno della clinica Colle Cesarano avvenuti a gennaio 2015.
Un’infermiera professionale che lavora presso Colle Cesarano  racconta la sua storia e quella dei suoi colleghi. Spiega che purtroppo ha scoperto di essere stata contagiata dalla tubercolosi a causa di un paziente che ha stazionato per alcuni mesi tra dismissioni e ricoveri alla clinica psichiatrica. Dopo che hanno scoperto che era affetto da tubercolosi, era stato trasferito d’urgenza allo Spallanzani di Roma dove poi è morto. Da un primo test lei ed altri lavoratori, presi a campione e non in toto, sono risultati positivi, tanto che hanno dovuto eseguire un secondo tipo di esame tramite il prelievo del sangue. Sono risultati circa 30 dipendenti contagiati da tubercolosi. L’infermiera racconta che mai, prima del caso del paziente affetto da TBC, nessuno aveva per prassi fatto controlli sanitari sia sul personale che sui pazienti, tanto che sembra che oltre ad alcuni infermieri, non sono stati effettuati i controlli ai pazienti che stazionano all’interno della clinica per verificare la situazione reale. In merito a questa situazione lo stesso sindacato Sicel ha inviato presso la direzione casa di Cura Colle Cesarano il 18 giugno 2015 la richiesta urgente di documentazione relativa alla denuncia di tubercolosi come da normativa vigente, proprio per sincerarsi che sia i pazienti che gli stessi lavoratori e chiunque entri nella clinica Colle Cesarano possa farlo nell’assoluta certezza che tutti i focolai e persone siano state monitorate e controllate. Il Sicel, conferma che dal giorno della richiesta sta ancora in attesa della documentazione inerente ai casi TBC avvenuti dentro questa struttura e le relative operazioni di controllo e monitoraggio su tutte le persone all’interno dello stesso nosocomio. L’infermiera afferma che c’è voluto un mese dal giorno di questa brutta scoperta per riprendersi dallo shock, e ora dovrà essere monitorata a vita dall’ospedale specializzato sulle malattie infettive, poiché l’evoluzione della sua malattia, in uno stato di non contagiosità, potrebbe mutare in base alle sue condizioni di salute, anche di stress.

Presto conosceremo la relazione di questa ispezione che redigerà lo stesso sindacato. Troppe le ombre e misteri su una struttura accreditata dalla Regione Lazio, che di fatto deve in assoluta trasparenza, poter dimostrare la sua estraneità a vicende che ormai chiedono al più presto una concertazione tra le parti, per soluzioni tese espressamente alla tutela dei diritti dei lavoratori, alla salute di tutte le persone che vi lavorano, oltre ai pazienti ospiti e degli stessi visitatori della struttura Colle Cesarano.