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Redazione Lazio

Regione Lazio, cessione quote Centro Agroalimentare Roma: è scontro con i vertici della società

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Tempo di lettura 3 minuti Pallottini: “L’impressione è che l’importanza e il peso del Car sull’economia del Lazio sia stata sottovalutata"

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Redazione
 
La Regione Lazio si accinge a cedere le proprie quote del Centro agroalimentare Roma (Car), una delle più importanti strutture europee per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli e ittici. I vertici della società sono andati alla Pisana a esprimere in audizione la propria contrarietà alla decisione di dismettere le quote della Regione Lazio, attraverso una procedura ad evidenza pubblica varata dalla Giunta regionale.
 
Il presidente del Car, Valter Giammaria, e il direttore generale, Car Fabio Massimo Pallottini, sono stati ascoltati i dalla quarta commissione, Bilancio, presieduta da Simone Lupi (Pd), e dall’ottava, Attività produttive, presieduta da Daniele Fichera (Psi per Zingaretti). “Siamo venuti a conoscenza della cessione delle quote della Regione Lazio da un bando, perché nessuno ce lo ha comunicato”, ha esordito Giammaria. “Neppure la Camera di commercio è stata informata – ha proseguito Giammaria che peraltro è membro della Giunta camerale di Roma, ente proprietario (attraverso la Holding Camera Srl) di un terzo del pacchetto azionario della Società Centro Agroalimentare Roma CAR S.c.p.A (il 90% del capitale è pubblico) – In altre città italiane e europee l’attività svolta da questi centri è considerata strategica. Il Car è un riferimento per gli operatori, soprattutto in questo momento di crisi. L’andamento economico è positivo. Allora, vorremmo sapere perché a Roma l’attività svolta dal Car non dovrebbe essere considerata strategica. Al di là della legge nazionale – ha concluso Giammaria – che però altrove non viene applicata con la stessa solerzia, perché la Regione vuole dismettere le proprie quote?”.
 
“L’impressione è che l’importanza e il peso del Car sull’economia del Lazio sia stata sottovalutata – ha dichiarato Pallottini – Il Car è la più grande struttura italiana sia come fatturato che come giro d’affari. I circa 400 operatori all’interno del Car generano un volume d’affari pari a due miliardi di euro e danno lavoro a 3500 lavoratori. Il fatturato della società è di diciotto milioni di euro”. Pallottini ha ricordato l’importante ruolo del Car nella formazione trasparente dei prezzi, attraverso l’incontro tra offerta e domanda da parte degli intermediari, nel controllo sulla legalità, in un settore come l’agroalimentare sempre a rischio di infiltrazioni mafiose, e in materia sanitaria, attraverso l’analisi e il controllo dei prodotti all’interno della struttura.
Nel corso dell’audizione sono intervenuti alcuni consiglieri regionali. La consigliera Valentina Corrado (M5s) si domanda come mai la Regione Lazio abbia avviato speditamente la dismissione delle proprie quote nel Car, non avendo mai avuto nulla da eccepire, in qualità di socio, sulla gestione.
 
“Perché per il Mof (il centro agroalimentare di Fondi), dove la partecipazione regionale è maggiore, si è in una fase di stallo?”, ha concluso Corrado. Dal canto suo, Pietro Sbardella (Gruppo Misto) si domanda perché la questione della cessione non sia stata portata all’attenzione del Consiglio regionale. Più tranchant è Giancarlo Righini (FdI): “Abbiamo sempre contestato lo strumento del decreto in materia di dismissioni. E’ una modalità inaccettabile”. Per Fichera invece “è evidente che il settore è al centro delle strategie regionali, ma allora la domanda è la seguente: quale idea ha l’esecutivo di questa Regione del presidio che deve mantenere una volta che le quote del Car saranno in mano ad altri soggetti? Quale forma è stata immaginata?”.
L’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, accompagnata dall’assessore allo Sviluppo economico, Guido Fabiani, ha dichiarato di non poter rispondere entrando nel merito delle scelte, in quanto è in corso l’asta (scade il 3 maggio), per l’aggiudicazione della quota di proprietà della Regione Lazio. Sartore ha spiegato che la procedura si sta svolgendo in forza dalla normativa nazionale in materia di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche, peraltro in evoluzione, che obbliga la Regione a dismettere le quote di minoranza, salvo determinate fattispecie.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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