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Dalle 8, via allo spoglio dei voti per l’elezione del presidente della Regione Sicilia e dell’Assemblea. E secondo gli exit poll, il candidato del centro destra Nello Musumeci è avanti, seguito da Giancarlo Cancelleri del M5s, mentre crolla il Pd crolla.
E aspettando i numeri ufficiali dei risultati, sembrerebbe, stando agli exit, che il partito del Cavaliere torna a essere quello di maggioranza relativa, in un centrodestra in cui Salvini e la Lega sono riusciti ad aprirsi una testa di ponte al Sud, e Fratelli d’Italia ha potuto contare sul traino del candidato-presidente. Il dato certo è che senza la disponibilità di Berlusconi, che un anno e mezzo fa a Roma rifiutò di appoggiare un aspirante sindaco non del suo partito come Giorgia Meloni, e cinque anni fa nella stessa Sicilia trascurò la partita, che considerava persa, della Regione, rassegnandosi a un centrodestra diviso, non ci sarebbe stata la vittoria di ieri, né la scommessa, logica a questo punto, del bis nel prossimo voto di primavera.
“La cosa certa è che il governo è stato sfiduciato dall’80% dei siciliani. Ora scioglimento del Parlamento ed elezioni subito”, dice il leader della Lega Matteo Salvini commentando gli exit poll in Sicilia.
“Se i risultati confermeranno gli exit poll di stasera ci troveremmo davanti a una sconfitta tanto annunciata da tempo quanto netta e indiscutibile”, dice il coordinatore del Pd, Lorenzo Guerini.
Tra i dati più evidenti quello relativo al calo dell’affluenza al voto. Se il trend non si invertirà, sarà al di sotto di quella registrata cinque anni fa, quando a urne chiuse votò il 47,41% degli elettori, col “partito del non voto” che toccò quota 52,59%: ben oltre la metà degli elettori aventi diritto. Ma nel Pd si parla già apertamente di sconfitta. “L’andamento degli exit poll – dice il responsabile Enti Locali del Pd Matteo Ricci – conferma una sconfitta tanto netta quanto annunciata. Ne prendiamo atto e ringraziamo il professor Micari per l’impegno e la dedizione avuta, al pari di tutte le democratiche e i democratici che ci hanno sostenuto in questo difficile confronto. Ora dobbiamo ripartire da loro e dai tanti siciliani che ci hanno votato”. “Micari ha avuto il coraggio che non ha avuto Grasso – commenta Davide Faraone – di fare il candidato del centrosinistra in una logica larga, proposta da Si e Mdp salvo poi tirarsi indietro. La nostra idea era di riproporre il modello Palermo poi la sinistra si è tirata fuori: prima Grasso, di cui abbiamo atteso per due mesi il suo sì e poi le altre forze politiche della sinistra per fare danno a Renzi facendo in modo che la partita la giocassimo noi da soli”. Immediata la risposta degli ex Sel ed ex Pd. “Le parole di Faraone confermano l’arroganza dei renziani”, osserva il senatore Mdp Miguel Gotor laddove Arturo Scotto incalza: “il Pd rifletta sul fatto che non compete neanche lontanamente con Grillo e Berlusconi”.
Soddisfatto il Movimento cinque stelle che spera che il testa a testa Musumeci-Cancelleri possa risolversi in una vittoria di quest’ultimo. Siciliani chiamati a eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea regionale siciliana che da quest’anno e per effetto dell’applicazione della legge taglia-deputati del 2011 e della successiva legge costituzionale 2 del 2013 passano da 90 a 70 parlamentari.
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