Connect with us

Cultura e Spettacoli

REGGIO CALABRIA NDRANGHETA: LA SQUADRA MOBILE ARRESTA I VERTICI DELLE COSCHE ZAPPIA E CIANCI MAIO HANOMAN

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minutiScattata questa mattina l'operazione "vecchia guardia"

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti

Redazione
Reggio Calabria
– Nella mattinata odierna, al culmine di incessanti ed articolare investigazioni coordinate della locale Procura Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, con la collaborazione della Squadra Mobile di Brescia e del Commissariato P.S. di Taurianova, ha dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare nr. 80/2014 RGNR/DDA, 710/2014 R.GIP/DDA e nr. 20/2014 R.OCC, emessa in data 14.03.2014 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti dei sottoindicati esponenti di vertice delle cosche di ‘ndrangheta ZAPPIA e CIANCI-MAIO-HANOMAN, operanti nel territorio di San Martino di Taurianova (RC):

–    ZAPPIA Vincenzo Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 10.02.1965;
–    ZAPPIA Maria, nata a Taurianova (RC) il 26.07.1962;
–    ZAPPIA Teresa, nata a Taurianova (RC) 10.03.1970;
–    ZAPPIA Rosetta, nata a Taurianova (RC) il 25.06.1977;
–    ZAPPIA Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 01.07.1969;
–    CIANCI Domenico, nato a Taurianova (RC) il 24.03.1947.

I predetti sono tutti accusati di aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nelle articolazioni territoriali del mandamento “tirrenico” delle due distinte cosche degli ZAPPIA e CIANCI-MAIO-HANOMAN, operanti a San Maritino, frazione di Taurianova (RC) e zone limitrofe, nonché di estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 7 della Legge 203/91).  

Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria con il supporto di presidi tecnologici, hanno consentito di accertare, anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Russo Antonio, perduranti condotte estorsive, accettate nel tempo dalla vittima, la quale, inizialmente, ha reso dichiarazioni solo parziali e, successivamente, anche alla luce delle ulteriori acquisizioni, più ampia narrazione della pressione subita.
La vicenda, pertanto, costituisce una chiara estrinsecazione del modo in cui la comunità di San Martino fosse assoggettata al potere mafioso delle ‘ndrine ivi operanti.

I componenti della storica famiglia di ‘ndrangheta degli ZAPPIA, un tempo diretta dal defunto capobastone ZAPPIA Giuseppe cl. 1912, ucciso in un agguato nel 1993 e definito “ilpresidente” per aver presieduto il cd. “Summit di Montalto” del 26.10.1969 (interrotto dal tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine), hanno dato vita ad una condotta vessatoria nei confronti di un imprenditore agricolo, costringendolo a concedere loro la guardiania dei terreni ed a versare complessivamente la somma di 2.500,00 euro annui da corrispondere in due soluzioni, quale condizione per porre fine agli episodi di danneggiamento e di furto nelle proprietà della stessa vittima che erano stati regolarmente denunciati alle Autorità.

In particolare, ZAPPIA Vincenzo Giuseppe determinava il quantum dell’estorsione, mentre le sorelle Maria, Teresa e Giuseppe unitamente al cugino Giuseppe cl. 1969, provvedevano alla riscossione della tangente dal 2004 fino al 2009.  

Le attività investigative permettevano altresì di accertare che, successivamente,  a partire dal febbraio 2010, in virtù di una nuova ripartizione delle zone di San Martino tra le famiglie mafiose degli ZAPPIA e dei CIANCI, la vittima subiva le angherie del CIANCI Domenico, il quale era appena rientrato in Calabria dopo aver trascorso un periodo di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza a Fonte Nuova (RM).      

Il CIANCI, avvalendosi di un metodo tipicamente mafioso, si presentava quale autorevole esponente della omonima famiglia di ‘ndrangheta, annunciando di volersi riappropriare della gestione delle attività estorsive tramite la guardiania dei terreni ed intimando, quindi, di consegnare la somma iniziale di 60 euro al mese, di seguito aumentata a 100 euro mensili.

L’esistenza e l’operatività a San Martino delle cosche ZAPPIA e CIANCI è stata affermata con sentenze passate in giudicato, pronunciate a seguito di gravi eventi criminosi che, negli anni ’70 e poi ’90, interessarono la zona di Taurianova, fra cui la cd. “Strage di Razzà” del 01.04.1977 (in cui persero la vita, tra l’altro, due militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova) ad opera dei fratelli Damiano e Domenico CIANCI, unitamente ad esponenti del clan AVIGNONE.

Da ultimo, nel 2011, l’Operazione “Tutto in famiglia”, condotta dai Carabinieri di Gioia Tauro, aveva consentito di individuare una nuova ‘ndrina, quella dei MAIO e HANOMAN, che costituisce con la famiglia CIANCI un unico gruppo criminale. 

La presente attività d’indagine ha dimostrato che le predette cosche tuttora fanno parte dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed impongono le loro volontà attraverso la “tradizionale” e mai abbandonata guardiania ai terreni, un metodo di oppressione e taglieggiamento attraverso cui la cosca trae indispensabili fonti di sostentamento economico,secondo una risalente ma efficace logica estorsiva di controllo del territorio che richiama alla memoria i vecchi “campieri” della mafia i quali imperversavano per le campagne, incutendo timore nei proprietari terrieri e contadini.  

Due degli arrestati (ZAPPIA Vincenzo Giuseppe cl. ’65 e ZAPPIA Giuseppe cl. ‘69) sono stati localizzati e catturati in provincia di Brescia, mentre gli altri tra San Martino e Taurianova.

Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.