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di Paolino Canzoneri
BOLOGNA – Alla festa dell'Unità nel capoluogo emiliano, consueto appuntamento annuale e luogo di dibattiti aperti, il presidente dell'ANPI Carlo Smuraglia nel suo intervento sul Referendum ha analizzato e offerto una sua chiave di lettura chiara e netta davanti ad una platea gremita di oltre 4 mila persone attenta e rigorosa, sopratutto scevra da quasiasi timore nel fischiare o contestare: "La riforma stravolge la Costituzione, lo statuto dell'ANPI – l'associazione italiana di Partigiani italiani – dice che tra i suoi obiettivi fondamentali c'è quello di difendere la Costituzione nello spirito in cui la votarono i legislatori costituenti e secondo noi sarebbe un danno per il Paese se passasse questa riforma. Una modifica è sempre ammissibile, ma quando c'è qualcosa che stravolge quello spirito ci sentiamo obbligati a schierarci a difesa della Costituzione. La riforma bisogna guardarla dentro. C'è un Senato svirilizzato con pochi componenti, che sono non elettivi ed eletti non si sa come, e non si capiscono le modalità con cui potrà svolgere le sue funzioni.C'è un articolo per cui i consiglieri regionali eleggono i senatori e non si sa come – ha aggiunto – Ritenete possibile che i consiglieri e i sindaci possano fare i senatori senza fare i loro mestieri? C'è una legge che prevede che i docenti universitari, se eletti in parlamento, devono andare in aspettativa perché non si può fare il doppio mestiere: in questo caso il consigliere regionale fa il senatore a mezzo tempo e non si sa come possa farlo. Inoltre, l'articolo 70 afferma che le camere votano le leggi, ma ora l'articolo 70 parla di otto casi di voto. C'è un insieme di procedure che complicano il procedimento invece che alleggerirlo. Ad un certo punto ci si è resi conto che era una posizione pericolosa quella originaria. Qualcuno ha detto al presidente 'stai attento perché se poi va male il referendum devi andare a casa davvero'. Si è quindi cambiato rotta e la direzione poi è stata un'altra: la Confindustria ha quindi detto che sarebbe successo un finimondo, ieri lo ha detto l'ambasciatore americano. Oggi ci stanno dicendo una cosa diversa: non c'è il rischio che vada via Renzi, ma che l'Italia vada in catastrofe, ma non ho capito perché. Nel 2006 Berlusconi ha perso il referendum ed è rimasto al suo posto, non è successo niente". Una posizione chiara e netta a favore del NO espressa a tutto campo contrapposta dal nostro premier Matteo Renzi che invece ha ribattuto: "Si può votare sì. Si può votare no. Ma dire che è in gioco la democrazia è una presa in giro nei confronti degli italiani, la riforma costiituzionale non stravolge la Costituzione. La riduzione degli spazi democratici non è oggi. Mi sarebbe piaciuto sentire dall'Anpi parole più chiare, le stesse che ha detto del tutto legittimamente sulla riforma, quando la settimana scorsa uno che si chiama Aldo Grandi nella Gazzetta di Lucca ha detto che il traditore Matteo Renzi andrebbe messo al muro e fucilato. E' il biografo di Almirante. Non ho sentito una parola a difesa del presidente del Consiglio". Fischi non si sono fatti attendere e il moderatore Gad Lerner invita il pubblico a non lasciarsi andare ad una sorta di tifo calcistico assolutamente inutile con fischi e schiamazzi ma la platea risponde ad una propria interpretazione delle parole del premier che con un colpo di reni rincara la dose: "Io avrei tutto l'interesse a dire quello che è stato fatto negli ultimi due anni: in questo paese negli ultimi due anni ci sono più diritti per tanti e per tutti. Andate a dire a due persone dello stesso sesso se hanno meno diritti". Stavolta sono applausi che si fanno sentire ma alcun fischi tornano a farsi sentire dalla platea quando il premier afferma: "Se ci sono 580mila posti di lavoro in più, dovete dire grazie a chi ci ha creduto". Un festa dell'Unità che sembra invece marcare diffusamente una disunione evidente tra il mondo vero dei lavoratori e quello dei governanti che dovrebbero rappresentarli e favorirli.
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