REFERENDUM COSTITUZIONALE, MATTEO RENZI: "SE PERDO VADO A CASA"

Redazione
 
Firenze – Il premier Matteo Renzi si trova a Firenze, al teatro Niccolini, per la prima tappa del tour per il “Si” al referendum costituzionale di autunno. Ha sottolineato che fino a fine ottobre è necessaria una campagna porta a porta e chiedere se si vuole riportare l’Italia a due anni fa o andare verso il futuro. Una sorta di aut aut quello del premier, che ha parlato del lavoro dell’Italia di questi due anni, definendo il lavoro fatto “radicale ma la sfida più grande inizia adesso”. Al suo arrivo ha avuto delle contestazioni poiché cinquanta persone si sono presentate come “truffati del decreto banche”, hanno raggiunto il Renzi e hanno inveito contro “buffone, buffone”, hanno issato cartelli con frasi “Fino all'80 per cento? Ancora una volta truffati” o “risparmiatori di serie A e risparmiatori di serie B ancora una volta truffati”. Il premier ha risposto alla contestazione “Abbiamo salvato i correntisti, più che le banche. In passato si sono fatti prestiti molto discutibili. Sul tema delle banche abbiamo messo fine a questa lunga vicenda e diciamo: portiamo le banche a dare credito ai territori ai piccoli e medi imprenditori e ai piccoli artigiani”  aggiungendo che “l'Italia ha recuperato i problemi che aveva. Ogni deputato metterà la faccia su quello che voterà. Anni fa l'Italia era incastrata in una depressione politica. Si chiedeva di abbassare le tasse e si rimase per sei mesi a discutere su come chiamare la tassa che si voleva eliminare. A fronte di questo è accaduto che le riforme improvvisamente hanno cominciato a a realizzarsi: il Parlamento è uscito dall'incantesimo e le cose sono state fatte”. Ha parlato della sua esperienza a Palazzo Chigi e del suo rapporto con i cittadini, sottolineando che se non avesse avuto uno straordinario rapporto con i cittadini non sarebbe mai arrivato li. Ha precisato inoltre che la riforma non è “contro chi ha combattuto per la libertà. Con il referendum un presidente della regione non guadagnerà più del presidente del Consiglio, ma neanche più del presidente degli Stati Uniti. Certo non si fanno le riforme per questo ma comunque. Tutte queste cose determineranno divisione tra l'Italia che dice sì e l'Italia che sa dire solo no.  Io non mi risparmio: non siamo noi a vincere questa sfida. La rottamazione non vale solo quando si voleva noi: se non riesco vado a casa. E' essenziale che ognuno di voi si prenda un pezzettino e da domenica 15 maggio pubblicheremo come fare”. L’Italia è una grande potenza mondiale, ha detto Renzi e ha sottolineato che è importante perché il mondo sia meno confuso. Ha parlato inoltre delle tanto discusse frontiere che tutti vorrebbero chiudere e alcuni hanno chiuso “come voleva Salvini non è una risposta. Bisogna investire in sicurezza, ma bisogna investire anche nelle periferie”. Secondo Renzi l’Italia è pronta a ripartire, lo ha sottolineato “Se partono gli investimenti l'Italia riparte. Cose che si sanno, ma le ridico per dire che tutto quello fatto è enorme, ma non basta: la vera sfida inizia adesso. Ora ci criticano quelli che due anni fa hanno firmato il fiscal compact. Tra il 10 e il 12 maggio votiamo le unioni civili, probabilmente con la fiducia, e il 25 maggio ci sarà il voto della legge sul terzo settore”. Ha parlato infine di banche “abbiamo eliminato il meccanismo atroce e assurdo delle banche popolare, garanzie alle banche di credito cooperativo e salvato i correntisti di quelle banche che rischiavano di perdere le obbligazioni, per le quali si è provveduto a trovare soluzione” aggiungendo che “i problemi delle banche non si originano qui, ma che hanno visto intere classi dirigenti reggersi l'un l'altra. Abbiamo messo la parola fine, e adesso diciamo portiamo le banche a dare credito alle piccole imprese, alle famiglie.  Il punto fondamentale  è che ancora non siamo riusciti a restituire all'Italia quel sentimento di orgoglio, di appartenenza, di passione, fondamentale per una grande impresa”.