REDDITOMETRO, ARRIVA LA PRIMA BOCCIATURA

Emanuel Galea

Roma – I politici seminano vento ed il governo raccoglie la tempesta. Mentre i diversi commentatori si sbizzarriscono su dietrologie, pronostici sul futuro del governo e scenari vari su chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica, la Magistratura, come un carro armato,  va avanti a demolire quanto fu allora vanto di Berlusconi  e dopo di lui gloria del professor Monti.

Berlusconi afferma: "Il nostro redditometro era totalmente diverso da quello portato avanti da Monti: ad esempio ora c'è l'onere della prova e ci sono tutte quelle voci che spaventano i cittadini". I tecnici dell'Agenzia delle Entrate la pensano diversamente: "È vero, il redditometro è cambiato dall'anno scorso, ma in senso più favorevole al cittadino. Già con l'accertamento unilaterale, il contribuente può dimostrare che l'Amministrazione finanziaria ha commesso un errore. Ora, con il nuovo redditometro, questa possibilità viene anticipata, e il contribuente ne può usufruire prima del contraddittorio”

Per il giudice, il redditometro è "al di fuori della legalità costituzionale e comunitaria" e non esiste la base giuridica perché l'Agenzia delle entrate possa controllare le spese dei cittadini.

Tutto ha inizio con un pensionato di Pozzuoli che lamentava il fatto che attraverso il nuovo sistema fiscale si finirebbe per conoscere anche gli aspetti più privati della vita non solo del contribuente ma anche dei suoi familiari.

Lo strumento fiscale, secondo il pensionato, lede la riservatezza e per questo, tramite il suo legale, l’avvocato Bonanno, ha presentato un ricorso cautelare per impedire al fisco di intromettersi in maniera invasiva nella sua vita privata ledendo la sua privacy attraverso le spese.  E lo scorso 21 febbraio 2013, il Giudice Antonio Lepre, della sezione distaccata del Tribunale partenopeo, ha firmato l’ordinanza che accoglie in toto il ricorso. C’è da precisare però che la sentenza vale solamente per il caso specifico. La bocciatura, ciononostante,  è definitiva e vale come precedente giurisprudenziale.

L’avvocato Bonanno specifica che,  il ricorso non è stato fatto contro la legge bensì contro le norme che la applicano. Il ricorso ora andrebbe alla Consulta. Nel mirino c'è il regolamento emanato dal governo Monti il 24 dicembre 2012.  Il Giudice Lepre afferma che,  il decreto ministeriale è “non solo illegittimo, ma radicalmente nullo” citando a supporto una sfilza di tabella della Costituzione violati, il Trattato Ue, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo nonchè la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue. Altro profilo d’incostituzionalità, fattore non trascurabile, è il fatto che il calcolo effettuato dal redditometro parte dai redditi risalenti al 2009, quindi retroattivamente.

Gli altri magistrati e soprattutto il legislatore, auspica  l’avvocato Bonanno, si impegnino al fine di rendere meno invasivo questo sistema di accertamenti presunti.

La sentenza di Pozzuoli apre ora la strada ad un potenziale enorme contenzioso. Qualsiasi contribuente potrebbe fare ricorso al Giudice in Tribunale per farsi tutelare preventivamente la propria privacy. Questo è quanto suggerisce l’avvocato del pensionato di Pozzuoli.
Svariate richieste di ricorsi, da parte dei cittadini,  stanno arrivando presso gli sportelli delle associazioni dei consumatori. Finalmente contro un fisco invadente, c’è stato un Giudice.