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Costume e Società

Reati a sfondo violento: un fenomeno principalmente del nord Italia

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Tempo di lettura 3 minutiLa stragrande maggioranza delle persone credono che la cultura e le tradizioni del Sud siano di matrice violenta, ma è davvero così?

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La convinzione che “l’uomo del sud” sia aggressivo e possessivo è seconda solo alla stessa convinzione che l’uomo straniero maltratti la madre e la fidanzata, oltre che le sconosciute. Oggi in Italia abbiamo una situazione gravosa, in cui il pregiudizio prende piede oltremisura, finendo in un vortice di odio che divide, come una forte crepa, la società. Analizzando la voce degli esperti la faccenda cambia, tutto sembra differente dal pensiero comune, il problema di fondo è l’ignoranza, ovvero la mancata conoscenza, che affligge la popolazione mondiale di cui l’Italia figura per il 75% sul totale, la maggioranza degli uomini appaiono come individui del tutto normali.

Gli psicologi del Centro Ascolto Maltrattamenti, di Firenze, affermano che i reati a sfondo violento avvengono principalmente nelle regioni settentrionali, in quanto la donna ha più voglia di emanciparsi, diventando indipendente, gli uomini che commettono tali atti sono generalmente persone normalissime: Avvocati, Idraulici, Medici, Infermieri, Muratori ecc. In Italia, contiamo ben 14.000 donne che si rivolgono alle Donne in Rete Contro la Violenza, questa associazione fornisce supporto e strutture adeguate grazie a gli enti che ne fanno parte. Berit Ovsttun, norvegese ma ancorato in Italia da anni si occupa di gestire una fondazione a difesa delle donne (Telefono donna della regione Umbria, che si occupa di assistere 500 donne all’anno tra Perugia e Terni. L’uomo parla della difficoltà con cui queste donne confessano di aver subito violenza, spesso tendono a voler difendere il carnefice, autoaccusandosi. Ingannare psicologicamente un individuo per trarne vantaggio è già violenza, indurre una donna a dire o fare il proprio volere, è violenza. Non accorgendosi in tempo di piccoli segnali si finisce col diventare succube, incentrando il rapporto su una sorta di “dominio distruttivo” capace di incidere sulla nostra personalità. Per aiutare a prevenire le violenza, il Centro Studi per la tutela delle vittime di reato e la valutazione del rischio di recidiva dalla violenza ,in comunità con l’Università di Napoli e l’associazione Differenza Donna, ha messo online un questionario da compilare per comprendere se si sta già subendo violenza e fornendo tutti gli elementi utili intervenire.

In tutta Italia, per fortuna, le storie di donne riuscite a liberarsi dai maltrattamenti sono migliaia, come mostrano le numerose testimonianze presenti sul web: Sabrina da Genova è fuggita da una escalation di violenza cominciata prima con una relazione normalissima e poi finita con botte e minacce di morte. Pensava “questa persona la salverò” ma quando ha cominciato a temere per la vita propria e della figlia se ne è andata di casa, superando, con l’aiuto delle operatrici, anni di terrore e stalking. Ora si è laureata e fa un lavoro che le piace. Katia di Pompei, vittima di stalking da parte dell’ex marito, che un giorno si è presentato in casa dei genitori minacciandoli di morte e aggredendo lei a calci e pugni, dopo aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, è riuscita a farlo arrestare. Susanna di Treviso, ancora adolescente, era stata fatta interdire dal padre e dal fratello, che la trattavano come una schiava e le impedivano di uscire di casa. Perfettamente capace di intendere e di volere, la ragazza si è fatta aiutare da un centro ed è riuscita a far interrompere l’interdizione e a denunciare i familiari. Sara di Napoli, dopo 20 anni di matrimonio e violenze è scappata, portando con sé due dei sei figli e, dopo aver trascorso 7 mesi nel centro di accoglienza, è tornata a casa e ha fatto arrestare il marito.

Parliamo di diverse storie che testimoniano la possibilità di poter andare avanti se il pericolo viene riconosciuto ed affrontato, non si è sole se ci si affida ad associazioni le quali operatrici sanno ascoltare e dare input e mezzi per dire: Basta! Ci si può affidare anche ad un’amica o a sé stesse, non ci sono donne forti e donne meno forti, ci sono solo diversi gradi di consapevolezza. Bisogna credere nelle proprie potenzialità e non smettere mai di amare la Libertà.

Giulia Ventura