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Cronaca

RAPINATORE UCCISO IN VILLA NEL MILANESE: INDAGATO GIOIELLIERE CHE HA SPARATO

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Tempo di lettura 3 minuti Prosegue la caccia ai due complici. Il gioielliere teme ritorsioni da parte dei due ladri fuggitivi

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di Angelo Barraco
 
Milano – E’ stato emesso un avviso di garanzia nei confronti di Rodolfo Corazzo, in cui c’è scritto che il commerciante che ha sparato ai tre ladri che si sono introdotti a casa sua, uccidendone uno, è indagato per eccesso colposo in legittima difesa. A far consegnare l’avviso al commerciante sono stati i Pm Alberto Nobili e Grazia Colacicco. Si apprende inoltre che l’avviso di garanzia è stato un atto dovuto per consentire all’indagato di partecipare alle attività investigative che seguiranno. La caccia ai due complici intanto prosegue senza sosta. Il legale del commerciante riferisce: “Il mio assistito adesso si mette in silenzio stampa perche' vuole dedicarsi a sua figlia. Inoltre, teme ritorsioni da parte dei due rapinatori che non sono ancora stati presi. Non e' questa indagine che lo turba ma il fatto che i due rapinatori siano ancora in libertà”. La casa del gioielliere è stata dissequestrata ma la famiglia preferisce vivere altrove al momento. 
 
La vicenda.  Nella frazione di Rodano (Milano), Rodolfo Corazzo ha reagito ai ladri che si sono introdotti a casa sua, ne è nato un conflitto a fuoco e uno dei ladri è morto, gli altri due invece sono riusciti a scappare. Il commerciante ha dichiarato che “non volevo assolutamente uccidere, volevo proteggere la mia famiglia”. Il commerciante era rientrato intorno alle 21.00 presso la sua casa, una villetta situata in via Matteotti quando, varcato il cancello, viene aggredito da tre soggetti che sotto minaccia lo costringono ad aprire la porta di casa, interrompere le videoriprese delle videocamere a circuito chiuso. I soggetti si esprimono in italiano. L’uomo è collaborativo con i malviventi ma è anche consapevole che dentro casa ci sono la moglie e la figlia piccola di dieci anni. Entrati in casa scoppia il conflitto a fuoco ma la dinamica non è ancora chiara, sembrerebbe che l’uomo abbia sparato un primo colpo in aria abbia reagiato al fuoco dei rapinatori che avrebbero sparato con le stesse armi dell’uomo. L’uomo è stato condotto prima in caserma per essere ascoltato e successivamente in ospedale, ci sono attualmente indagini in corso per ricostruire la dinamica e si cercano i complici. Ma chi era il malvivente ucciso? Si chiamava Valentin Frrokaj, aveva 37 anni ed era Albanese. Era ricercato per un omicidio commesso il 23 luglio del 2007 a Brescia ai danni di un suo connazionale e per tale omicidio era stato condannato all’ergastolo. Il 37enne era stato tratto in arresto il 14 agosto del 2013, in seguito ad un’evasione dal carcere di Parma in data 2 febbraio 2013. Fu trovato in possesso di una beretta 7.65 ma non finì qui poiché il 7 maggio del 2014 era evaso nuovamente dalla casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo. Gli accertamenti proseguono e la casa è stata posta sotto sequestro, vicino l’abitazione è stata rinvenuta una Golf rubata il 9 ottobre del 2015 che secondo gli inquirenti potrebbero averla utilizzata i ladri.
 
La politica. Si è mostrata sin da subito vicina all’uomo, in particolare Matteo Salvini, leader della Lega Nord che scrisse poco dopo sulla sua pagina facebook: “Un commerciante, aggredito da tre rapinatori al suo rientro a casa, ha sparato e ucciso uno dei ladri, e messo in fuga gli altri due. Si è difeso, ha fatto bene! Spiace per il ladro morto, ma se l'è andata a cercare” e sono molti i cittadini che fanno eco al commento di Salvini. Inoltre si apprende che l’uccisione del rapinatore è avvenuta nell’ambito della legittima difesa. La notizia si apprende da fonti della Procura e se fosse necessario effettuare l’autopsia, il commerciante verrebbe iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di legittima difesa. E si apprende che sono stati esplosi una decina di colpi. Maroni dice in merito a quanto è accaduto: “ se l’è cercata? Condivido”, inoltre nella giornata del 26 novembre si è tenuta una fiaccolata a sostegno dell’uomo e Salvini si è mostrato vicino, successivamente ha scritto sul suo profilo facebook: “Fiaccolata a Rodano per essere vicini a Rodolfo Corazzo, il commerciante milanese che ha difeso la sua famiglia e ha ucciso un rapinatore, un pregiudicato albanese ricercato da anni. Io sto con Rodolfo, la Difesa è sempre Legittima”.

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Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

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ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
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Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

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I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

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Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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