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di Alessandro Rosa
Roma – Bufera presso le sedi della RAI, La 7, Mediaset e Infront, 44 dirigenti sono finiti sotto indagine partita dall’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità, denaro o assunzioni. Per i dirigenti della Rai il reato ipotizzato è corruzione, mentre per i manager La 7, del gruppo Mediaset e Infront è impropriazione indebita. Sono circa 60 le perquisizioni in corso da parte del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle attivate dall’inchiesta partita dalla Procura di Roma, che sta indagando sull’affidamento di appalti a un imprenditore in cambio di tangenti.
Secondo il pm romano Paolo Ielo, l'imprenditore titolare della società in questione, accusato di corruzione, avrebbe pagato le tangenti attraverso sovrafatturazioni per i lavori che gli venivano affidati. La società sarebbe quella dell’imprenditore David Biancifiori che fornisce gruppi elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili anche all'estero, la quale avrebbe ottenuto l'affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro oppure offrendo loro altre utilità, come vacanze, biglietti aerei ed assunzioni. Si indaga sui fondi dell’attività che sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti.
Gli indagati della Rai, che avrebbero commesso il reato nello svolgimento di un servizio pubblico, sono accusati di concorso in corruzione; gli altri indagati devono rispondere invece del reato di appropriazione indebita.
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