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Redazione Lazio

PROVINCIA O REGIONE: UNA DELLE DUE E' DI TROPPO

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Tempo di lettura 4 minuti A conti fatti e dopo lunga riflessione la preferenza non può che andare per le Province.

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L’abolizione e l’accorpamento delle Province secondo l’attuale schema del Governo scontenta e danneggia il Cittadino e non raggiunge lo scopo prioritario del risparmio della spesa pubblica perché non sfiora gli apparati politici. Il Cittadino comune si sente di appartenere ad una Provincia più che ad una Regione.

 

Emanuel Galea

Il dibattito sulle Regioni viene ripreso in seno all'Assemblea Costituente. “L'idea regionale" nasce nell'Ottocento, in Rosmini, Gioberti, Cattaneo e Mazzini. Tralasciamo la parte storica della nascita delle Regioni ed entriamo subito nell’argomento che c’interessa. E’ stato politicamente conveniente creare le Regioni ? Analizzando il loro iter dall’Assemblea Costituente ad oggi, quali giudizi a favore e quali contro. A  l’azienda Italia conviene continuare a mantenerle, foraggiarle? "La Repubblica è costituita in Regioni, Province e Comuni". Con questo articolo 114, ora modificato dalla riforma Costituzionale del 2001, i padri costituenti vollero introdurre nella Costituzione le Regioni, come nuova ripartizione territoriale della Repubblica in aggiunta alle due già esistenti: Province e  Comuni. Il professor Giancarlo Pola, docente di finanza degli Enti locali all'Università di Ferrara racconta che un suo studente siciliano, “nell’anno accademico 1994/95, presentò una tesi a tratti sconvolgente proprio perché rivelava numerosi aspetti che non tornavano all’interno del bilancio della Regione”. A quasi vent'anni da quell'episodio, la situazione non è assolutamente cambiata. Le vicende del Lazio, i cui sviluppi si susseguono in queste ore, evidenziano la facilità con cui si può accedere all’uso delle risorse destinate ai vari ambiti, a cui si aggiungono i comportamenti privati dei gruppi consiliari politici, amministratori di affari propri  e molto meno come amministratori di una Regione. A prima vista la proposta di abolire le Regioni sembrerebbe una boutade. Solamente dopo attenta e ponderata riflessione l’idea assume nuova razionalità  e  logicità. Le 20 Regioni italiane spendono una media di 2197 euro l’anno per ogni cittadino residente. Se consideriamo che pressappoco i residenti totali sono circa 60 milioni, il conto è subito fatto.  Le Regioni che arraffano di più sono quelle a statuto speciale. Sono dati pubblicati dall’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica). La nefasta invenzione delle Regioni in Italia, assieme alle incombenze derivanti dalla nostra (mai votata) adesione all’Unione Europea con i suoi immensi apparati succhia soldi dei contribuenti, ha di fatto moltiplicato per venti la spesa pubblica nazionale. Urge una revisione più ampia di tutto l’apparato istituzionale periferico e non fermarsi all’abolizione delle province, le quali è giusto che siano sforbiciate, eliminando l’apparato politico attuale. L’abolizione e l’accorpamento delle Province secondo l’attuale schema del Governo scontenta e danneggia il Cittadino e non raggiunge lo scopo prioritario del risparmio della spesa pubblica perché non sfiora gli apparati politici. Il Cittadino comune si sente di appartenere ad una Provincia più che ad una Regione.
A questo punto una riflessione è d’uopo.
Le province, escludendo le storture degli ultimi 50 anni, esistono dal 1859 e concordo con chi sostiene che costituiscono un Ente importante, aggiungo però,  da valorizzare e da mantenere come un Ente esclusivamente Tecnico-Amministrativo. Le Regioni sono dei baracconi per trombati e come sistemazione a disposizione degli apparati della partitocrazia. Costituiscono un centro di costo nel bilancio dello stato e logica vorrebbe che fossero abolite. La cronaca recente, Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia, mette in chiaro quello che in oscurità si trama  entro mura silenti da tutti i gruppi consiliari, eccezione una sparuta coppia di Consiglieri del partito Radicale che non hanno saputo tenere le bocche cucite ed alla Ragione Lazio hanno fatto rompere i vetri della “trasparente Giunta Polverini”. Logica, ragione e cittadini chiedono l’abolizione di questi carrozzoni. Abolite le Regioni, naturalmente, dovranno essere rafforzati i poteri del Consiglio di Stato  (sottratto all’ingerenza presidenziale dei ricorsi straordinari soggiacenti ), la Corte dei Conti, il Consiglio della Magistratura (nelle mani del più alto magistrato dovranno giurare il Presidente del consiglio e della Repubblica) dovrebbero essere abolite le Commissioni Parlamentari che, in fin dei conti, esautorano il Parlamento e quando istituite il Legislatore le definì pro tempore. Invece stanno ancora sempre lì.  A conti fatti e dopo lunga riflessione la preferenza non può che andare per le Province. Nell' attesa che si maturi l’idea di considerare seriamente l’abolizione delle Regioni, diciamo sì alla riforma delle Province come organo decentrato delle Regioni, mantenendo i servizi e le competenze ed eliminando l’apparato politico.  Via il Presidente, Via gli Assessori e Consiglieri. L’apparato “zavorra” verrebbe sostituito da un Consiglio di un numero di  Sindaci, non retribuiti,  nominati tra quelli della propria Provincia.  Si può valutare l’eventuale unificazione con gli uffici delle sedi provinciali delle Regioni. Sì all’abolizione immediata degli Enti inutili. Come stabilito dal Governo i nuovi Enti che nasceranno a seguito dell’accorpamento delle Province dovranno avere almeno “350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Sono 43 le Province destinate a sopravvivere: 26 in Regioni a statuto ordinario, 7 in Regioni a statuto speciale e le 10 province delle aree metropolitane, che verranno soppresse con la nascita delle città metropolitane entro il primo gennaio 2014”. Si ribadisce ancora che le Regioni sono un corpo  estraneo nell’amministrazione italiana. Il problema è che ormai esistono e hanno ampie responsabilità, basti pensare alla Sanità. Volendo e dolendo si va verso l'eliminazione delle Province. L'unica alternativa, in attesa di una soluzione definitiva,  sarebbe il ridimensionamento dei costi delle Regioni attraverso un forte intervento legislativo non lineare. La soluzione ottimale sarebbe il ridimensionamento dei Consigli regionali e la trasformazione ad organi composti da rappresentanti locali (comuni) e cittadini a rotazioni con un simbolico rimborso spese.
Come chiamare queste idee? Pazzia, euforia, illusione, farneticherie?

 

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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