Presidenziali Usa 2016, duello in tv: Clinton trionfa su Trump

di Paolino Canzoneri

NEW YORK – Il popolo statunitense ha da sempre subìto il fascino dello spettacolo; da sempre ogni evento politico o sportivo viene sempre trasmesso in televisione in una cornice fastosa dove colori, luci e conduzione non sono mai dettagli lasciati al caso ancor più se si tratta del primo confronto televisivo tra i due contendenti alla corsa per le prossime elezioni di presidente degli Stati Uniti. Il candidato repubblicano Donald Trump e la candidata democratica Hilary Clinton hanno dato vita al loro primo incontro televisivo che ha incollato alla poltrona un numero impressionante di americani che adorano questo tipo di confronto-spettacolo. L'ingrato fuso orario per l'Italia ha costretto stampa e mass media ad una notte in bianco per via della diretta televisiva inziata alle 2.30 del mattino ma ne è valsa la pena perchè nonostante non si conoscano al momento i dati precisi dell'audience, l'interesse e la curiosità per un evento simile lo si attendeva trepidamente anche da noi. L'aula magna della Hosftra University di Hempstead a Long Island, quale luogo scelto per l'evento, ha spazzato via i record di ascolto degli 80 milioni del dibattito-confronto tra Jimmy Carter e Ronald Reagan e questo la dice lunga sull'importanza di un evento di questa portata. In un'ora e mezza circa senza interruzioni pubblicitarie, i due candidati hanno dato il loro meglio affrontando argomenti di vario genere e cercando di mettere a segno colpi duri come fossero in un ring di pugilato. Donald Trump segue da subito la sua strada conducendo attacchi diretti alla Clinton su temi scottanti come  Isis, Iran e dichiarazione dei redditi etc. mostrandosi però un po agitato, nervoso e dimostrandosi a volte un po troppo prevalicante mentre la Clinton sfoggia un sorriso sereno, una maggiore preparazione nelle risposte e una serenità serafica dimostrando d'averne di più del suo avversario che si difende asserendo che il suo più grande pregio è il temperamento, frase che Hilary smonta: "Uno con quel temperamento che si innervosisce ricevendo un tweet non mi sembra la persona più adatta per stare vicino al bottone di un' arma nucleare" riferendosi al Tweet furioso che il repubblicano si lasciò sfuggire sulla questione Iraniana. Trump incassa il colpo ma rilancia a modo suo quando l'argomento trattato riguarda dichiarazione dei redditi e sulle  mail cancellate della Clinton: "Non posso pubblicare la dichiarazione perché sono sotto un controllo del fisco, ma lo farò quando lei pubblicherà tutte le 33mila mail segrete che ha cancellato", la Clinton sembra sempre essere pronta nelle risposte: "Perché non ci mostra il suo 'Tax Return'? Possono esserci tre motivi per cui non lo fa: magari non è ricco come vuol far credere o non fa tutta la beneficenza che sostiene di fare oppure ancora ha qualcosa di più grave da nascondere..forse deve dei soldi a qualcuno oppure non paga le tasse". Temi che fanno molto presa sul pubblico americano da sempre intollerante contro qualsiasi reato e inadempienza dolosa di carattere fiscale: "Ci sono lavapiatti, architetti, impiegati che hanno lavorato nelle sue aziende che non sono mai stati pagati" asserisce la Clinton in una serata di forte coinvolgimento del pubblico che sottolinea gli interventi con fragorosi applausi. Sul fronte del razzismo la Clinton affonda la sua lama: "Hai cominciato a far politica con una bugia razzista, accusando Obama di non essere nato in America. Hai iniziato il business non permettendo agli afro-americani di affittare gli appartamenti dei tuoi palazzi e sei stato citato più volte in giudizio", preso quasi alla sprovvista Trump accenna una risposta poco timida e poco convinta: "Hillary non ha l'energia per essere Presidente. Ha speso duecento milioni di dollari per spot pubblicitari e io quasi niente e siamo pari nei sondaggi". Una serata densa di passaggi caldi che tende a concludersi con l'ultimo colpo più efficace contro Trump: "Donald ha chiamato le donne maiale e cagne, ha detto che la gravidanza di un'impiegata è un inconveniente per il datore di lavoro e che una donna non si merita lo stesso stipendio di un uomo se non fa quel lavoro con la stessa qualità". Alla resa dei conti finali nonostante pareri diversi di migliaia di americani davanti lo schermo, i sondaggi danno la Clinton quale vincente a questo primo confronto. Per lei buona la prima.