POVERTA', ITALIANI E QUEI GRAN FIGLI DI… CASTA

di Angelo Barraco

Il benessere delle famiglie non è certamente avviato verso una fase di "rose e fiori" come qualcuno ci vorrebbe far credere. E molti italiani devono ormai “strizzare la cinghia” per cercare di andare avanti, per far fronte alla crisi, al continuo aumento del costo della vita, alla disoccupazione che si estende a macchia d’olio e ad una mancanza occupazionale disarmante anche per coloro che hanno lavorato per tanti anni e che si ritrovano senza lavoro a causa dei meccanismi innescasti dal sistema e ciò che ne consegue.

Dando uno sguardo agli ultimi dati Istat sulla povertà delle famiglie italiane, constatiamo che il dato resta stabile nel 2014, risultano oltre 4 milioni, per la precisione 4 milioni e 102 mila individui pari al 6,8% dell'intera popolazione, gli italiani costretti a spendere meno del necessario per uno standard di vita minimo. Si tratta di 1 milione 470 mila famiglie, il 5,7% del totale. Nei piccoli comuni il miglioramento è del 7,2% e nel mezzogiorno va dal 12,1% al 9,2%, invece nelle famiglie composte da soli italiani va dal 5,1% al 4,3%. Per le famiglie numerose invece vi sono livelli di povertà che possono raggiungere il 16,4% e si può arrivare persino al 18,6%. Nelle aree metropolitane si rivela un’incidenza elevata di povertà che arriva al 7,4%, quando in passato si parlava di un 3,9%.

Gli italiani fanno fatica a finire il mese, spesso si indebitano e devono rinunciare all’istruzione dei propri figli, molto spesso propensi allo studio e magari con un brillante futuro da avvocato o dottore, per mandarli su binari diversi ai fini di aiutare la famiglia poiché, in assenza di risorse economiche, non c’è altra scelta. Ma il nostro governo cosa fa? Aiuta queste famiglie? Eppure l’articolo 31 della Costituzione Italiana dice chiaramente che “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternita`, l’infanzia e la gioventu`, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Che valore ha questo articolo della costituzione italiana per i nostri politicanti?

I “fortunelli” o "gran figli di… casta", l’altra faccia dell’Italia senza lavoro: Chi è meritevole spesso è costretto a non poter fare un determinato percorso per mancanza di risorse economiche, ma chi è figlio di professori universitari, rettori, banchieri, politici, ministri, parlamentari hanno il lavoro bello e pronto.

Ecco qualche esempio: Maria Maddalena Gnudi, figlia dell’ex ministro Gnudi (ex presidente Enel, quota Udc), che è diventata socia dello studio del padre su proposta dello stesso. L’avvocato Eleonora Di Benedetto lavora per uno degli studi legali più importanti della capitale, lo studio Severino, che è lo studio della madre Paola, ex ministro della Giustizia. Poi c’è Costanza Profumo, architetto che si è laureata presso il Politecnico di Torino, figlia dell'ex rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo ex ministro dell’istruzione. Luigi Passera, figlio del’ex ministro Passera, si è laureato alla Bocconi come il padre e si è occupato di marketing alla Piaggio. Adesso lavora presso la multinazionale Procter & Gamble. Il figlio di Mario Monti ha lavorato a Londra per Citigroup e Morgan Stanley  ed è stato chiamato da Enrico Bondi alla Parmalat e chiamato dal padre come commissario straordinario per la spendine review. Ma in seguito alle polemiche sul posto fisso, il suo curriculum non è più reperibile sul web. La figlia di Mario Monti, Federica, ha lavorato per il prestigiosissimo studio Ambrosetti. Giorgio Peluso, figlio del ministro Cancellieri, è stato assunto come direttore di Unicredit, successivamente direttore di Fondiaria Sai, adesso lavora come Chief Financial Officer presso Telecom Italia. La figlia della Foriero, Silvia, ha una cattedra presso l’Università di Torino –madre e padre sono professori ordinari- e lavora anche in una fondazione finanziata da Intesa. L’altro figlio fa il registra di film impegnati.

Quindi si deve essere “fortunelli” o "gran figli di… casta" per avere un buon posto di lavoro? I capaci e meritevoli che non hanno disponibilità economiche non possono puntare in alto tanto quanto i cosiddetti “fortunelli”? Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità e le stesse garanzie per un futuro migliore e garantito, tutti dovrebbero avere la possibilità di studiare, di crescere e di affrontare la vita come meglio si crede e senza freni di alcun tipo. Ci auguriamo che presto le cose cambino e che lo Stato dia maggiori possibilità a coloro che fino ad oggi, pur meritevoli, hanno ricevuto avuto poco.