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Cronaca

POTENZA: ADESCAVANO MINORENNI SUI SOCIAL NETWORK; 3 ARRESTATI TRA CUI UN PRETE

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Tempo di lettura 2 minutiDon Antonio Calderaro, il prete della chiesa di San Giuseppe a Rivello, a Potenza, il prete è stato sospeso “a divinis” ed esonerato dalle funzioni religiose

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di Angelo Barraco

Potenza –  I Carabinieri della Compagnia di Policoro hanno eseguito un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza in cui sono state arrestate 3 persone. Costoro adescavano, attraverso i social network dei minorenni e li pagavano per rapporti sessuali. Tra le tre persone tratte in arresto c’è Don Antonio Calderaro, il prete della chiesa di San Giuseppe a Rivello, a Potenza, il prete è stato sospeso “a divinis” ed esonerato dalle funzioni religiose. Tutti e 3 i soggetti sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Il gip ha emesso l’obbligo di presenza alla polizia giudiziaria per cinque persone. Sesso e religione, due opposti: una toga troppo stretta forse? Non è il primo caso in cui si parla di un prete coinvolto in vicende sessuali. Recentemente si è parlato nuovamente del prete di Ravenna, don Giovanni Desio che  è stato arrestato il 5 aprile scorso con l’accusa di aver abusato sessualmente di minori. I rapporti sessuali compiuti dal parroco si sarebbero svolti in un arco temporale che va tra il 2010 e il 2014 e i ragazzini avevano un’età che andava dagli 11 ai 15 ed erano affidati a lui dalle famiglie. Le accuse sono: atti sessuali con minore, adescamento di minore, violenza sessuale, sostituzione di persona. L’uomo è accusato di avere millantato qualifiche mediche che non gli appartenevano. Si fingeva infermiere con il solo fine di poter visitare i ragazzini e addirittura in un caso vi è da parte del parroco un uso del termometro in modo improprio. L’uomo inoltre ha usato il profilo facebook di un minore di cui aveva la password. Le indagini verso il prete, oltre alle intercettazioni, hanno trovato riscontro anche sul materiale trovato in canonica come foto, appunti, agende e materiale all’interno del computer del prete. Malgrado l’attuale condizione del parroco, sono emersi elementi oggettivi di pericolo di reiterazione del reato poiché il prete in un’intercettazione il prete avrebbe parlato del fatto di conservare ancora la patente, nonostante l’incidente che abbia avuto nel periodo di febbraio, la reiterazione comunque riguarderebbe anche gli abusi sessuali.  Un altro caso riguarda la storia di don Alberto Barin, ex cappellano del carcere San Vittore. Don Alberto Barin, di 53 anni, avrebbe abusato dello stato di bisogno dei detenuti.  Nella prima udienza, sono stati ricostruiti gli abusi e i detenuti che li avrebbero subiti sarebbero 12. Don Barin chiedeva favori  sessuali ai detenuti che, già deboli psicologicamente, si rivolgevano al prete per sigarette, shampoo, spazzolini. Dopo che i detenuti uscivano dal carcere, li invitava a casa sua e abusava di loro e diceva loro che il suo parere aveva un peso notevole sulla buona condotta. Il prete controllava l’arrivo di eventuali persone con uno specchietto –quando agiva presso le celle dei detenuti- invece quando i detenuti manifestavano disagio, li rassicurava dicendo loro che ciò che faceva era un gesto di amicizia e che a Napoli tutti facevano così. 

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