Editoriali
Post referendum: Matteo Renzi l'autorottamato
Tempo di lettura 5 minutiLa sconfitta di Renzi è anche quella di Napolitano, che l’ha spinto al di là delle sue capacità, senza dargli una regola, come si fa quando si vuol crescere bene un adolescente
Published
8 anni faon
di Roberto Ragone
Cosa dici a chi ha sbagliato tutto? Cosa dici a chi pensava ancora di essere negli scout, dove si dice sempre la verità, si aiutano le vecchiette ad attraversare la strada, si va in giro con i pantaloni corti anche a quarant’anni e con la pancia, e si alzano due dita per certificare la propria buonafede? Profetico fu l’Economist, quando lo raffigurò in una vignetta satirica su di una barchetta di carta, con il gelato in mano, in compagnia della Merkel e di Hollande; una barchetta europea che già allora faceva acqua. Quella è l’immagine che don Matteo ha sempre dato a noi Italiani, quella di un bimbo con il cono gelato, che bada a leccare le gocce che colano dal biscotto, tutto intento, non ai bisogni della nazione, ma al contenuto dolce e variopinto che pregusta già con gli occhi; mentre tutto il resto della popolazione, dopo l’irreparabile e criminale catastrofe montiana, badava soltanto a sopravvivere, fra gente che si bruciava in piazza, che si impiccava, che si sparava, che apriva il gas, con conseguente esplosione e crollo delle palazzine; famiglie costrette a dormire in macchina, aziende costrette a licenziare, a chiudere l’attività e a demolire il tetto dei capannoni costruiti con il mutuo, per non pagarci sopra anche le tasse, dopo il danno, la beffa; quando in molti casi il dissesto era provocato da uno Stato debitore e insolvente, o da estorsive cartelle pazze di Equitalia. Un’Equitalia che avrebbe dovuto essere rottamata, secondo il vocabolario renziano, invece s’è risolto nella solita presa in giro. La malavita che veniva dall’est, senza poterla contrastare, con la polizia sottorganico e l’indulto e il decreto svuota carceri che li rimettevano in circolazione, e i giudici che condannavano i derubati che si erano difesi, oltre ai Carabineri e poliziotti che sparavano, a pene pecuniarie, quasi a riconoscere al delinquente un risarcimento per il mancato furto. Il mercato immobiliare, crollato sotto Monti, non riprendeva, mentre le pensioni d’oro e gli sprechi continuavano, le spending review erano fatte sempre a spese dei più deboli, e i migranti invadevano, a torto o a ragione, il nostro paese, ben remunerati e assistiti. La scuola veniva distrutta nei suoi principi e il precariato aumentava in modo esponenziale, corroborato dall’eliminazione dell’art, 18 e dalla comparsa dei vaucher e del fallimentare jobs act, un’operazione ingenua, infantile, da peracottaro, che ha soltanto causato un danno di qualche miliardo all’erario. Una gestione irresponsabile della cosa pubblica, che assegnava a qualcuno, – che non s’è mai capito bene chi e come – i famosi 80 euro, che sono “pochi per chi ne ha, di soldi, ma tanti per chi ha bisogno.”
Nessuno, nella storia repubblicana, sì è mai permesso di insultare così i suoi ‘sudditi’, con una tale elemosina. E poi a qualcuno quella cifra favolosa è stata anche stornata, con il preteso del ‘conguaglio’, senza vergogna, sentimento che Renzi ha dimostrato di non conoscere. Prima li dai, con grande strombazzamento, e poi li riprendi in sordina. E le auto blu? Erano troppe, e troppo costose, secondo l’opinione pubblica. Bene, le vendiamo su e-bay. Vendute sette, le altre non si sa che fine abbiano fatto, subito rimpiazzate da quelle nuove, in numero ancora maggiore. E l’aereo? Cosa ne farà ora? Continuerà a pagare il leasing di tasca propria, o ce lo appiopperà? Con le dimissioni irrevocabili non ne sarà più titolare, quindi lo pagheremo noi. Mentre tutta l’Italia si arrabatta per arrivare a fine mese, il nostro, cosa fa? Invece di guardare da vicino le pensioni sotto i mille euro, che sono la prima causa di impoverimento della gente comune e degli anziani, di cui dimostra di non curarsi minimamente, a fronte di quelle d’oro, intoccabili, prende su e va a Flushing Meadows, a godersi la vittoria di Roberta Vinci agli US Open di tennis, per stringerle la mano e congratularsi con lei. Insomma, un sovrano magnanimo e democratico, che va incontro al popolo. “Non sapevo che mi odiassero così tanto”, pare abbia detto, frase riportata da un quotidiano. In America lo avrebbero già sottoposto a cecchinaggio. Certo, non ti sei mai preoccupato di sapere cosa pensassero gli Italiani, quelli veri, quelli al di fuori dei tuoi giochi di palazzo, quelli che con disprezzo hai sempre definito ‘populisti’, e che oggi ti hanno bocciato come il peggior governo dal referendum monarchia-repubblica in poi. Il peggiore.
Perciò, cosa dire al ragazzo di Rignano, quando si accorge che nessuno gli vuol bene e si auto commisera, e si piange addosso, commuovendosi nel parlare della moglie e dei figli, se non che ha sbagliato tutto? Ha sbagliato nei confronti della nazione tutta, ha sbagliato nei confronti del suo partito, ha sbagliato nei confronti di Enrico Letta, ha sbagliato nei confronti dei rottamandi D’Alema, Bindi e Bersani: non piangere quando ti presentano il conto, sono lacrime di coccodrillo. Scendi dalla carrozza di Cenerentola, spegni il tuo videogioco. La vita reale è altro, e tu non l’hai capito, preso da un delirio di onnipotenza e da una autoreferenzialità assoluta, egocentrica. ‘Spaccone, rodomonte, truffatore, bugiardo, imbroglione, presuntuoso,’ sono solo alcuni degli epiteti che gli sono stati rivolti nel tempo, anche su qualche quotidiano, mentre lui pensava d’aver sempre ragione, e che gli altri avessero torto, come nel caso del referendum delle trivelle in Adriatico, dove ha fatto un favore miliardario alle imprese petrolifere, consentendo di derogare dagli accordi presi in sede di assegnazione di permessi di trivellazione, e ora quelle piattaforme nessuno le demolirà più. Oppure nel casi di banca Etruria, dove ha distrutto i risparmi di anni di lavoro di correntisti in buona fede, solo per salvare la banca e chi ad essa era legato; per non parlare poi dell’MPS, con un suicidio sospetto nell’armadio.
La sconfitta di Renzi è anche quella di Napolitano, che l’ha spinto al di là delle sue capacità, senza dargli una regola, come si fa quando si vuol crescere bene un adolescente. Così don Matteo esce di scena, e così speriamo del Giglio d’oro, dei suoi fedelissimi, piazzati nei gangli vitali della nazione. Non ci mancherà. Ultimamente ne avevamo fin sopra i capelli, e cambiavamo canale appena appariva in TV.
Cosa succederà ora? Serve senz’altro qualcuno che amministri le faccende correnti del governo: tolto Renzi, toccherà a Mattarella gestire il vuoto di potere, fermo restando che Cinquestelle e Pdl hanno chiesto elezioni anticipate. La palla rimane comunque in mano al gruppo più numeroso, cioè il PD, di cui, almeno per ora, Renzi rimane il segretario, in vista di un congresso che decreterà la sua sostituzione o la sua riconferma. Da sciogliere il nodo dell’Italicum, con il parere della Consulta, non prima di gennaio o febbraio: non si può, infatti, andare alle elezioni anticipate senza aver fatto chiarezza sulla ‘nuova’ legge elettorale. D’altra parte, su queste colonne avevamo previsto che in caso della vittoria del NO l’Italicum sarebbe stato ‘disattivato’, in quanto troppo favorevole ad un partito che non fosse il PD di Renzi, con un premio di maggioranza esagerato. E sì che Renzi l’aveva voluto approvare applicando la fiducia, bypassando il dibattito in Parlamento, pratica criticata quando era Berlusconi ad adottarla, ma adottata dal governo Renzi quasi come prassi. Un Renzi che rideva in faccia, in parlamento, ai deputati dei Cinquestelle durante i loro interventi: ma qualcuno gli ha detto che ‘lui’ non è il marchese del Grillo? Il traghettatore ad interim che porterà l’Italia alle elezioni potrebbe essere Pier Carlo Padoan, già indicato da alcuni come la vera ‘anima’ dell’azione di governo di Renzi, e che farebbe da garante nei confronti delle banche; oppure Dario Franceschini, più legato alla politica. Una terza ipotesi fa il nome di Piero Grasso, per un governo ‘del presidente’. Per martedì è convocata la direzione PD, per sapere con quale proposta il PD si presenterà al Quirinale. Bisognerà poi verificare come cambiano gli equilibri in seno al partito, visto che i seguaci di Renzi già spingono perché si ripresenti come leader al prossimo congresso. Sull’altro fronte, Berlusconi aveva in precedenza dichiarato che in caso di vittoria del NO avrebbe cercato un’ampia coalizione con il PD. Ora rivendica di aver contribuito al crepuscolo degli dei con un robusto 5%, e dichiara invece di voler stare alla finestra. Tutti comunque sono d’accordo sul fatto che il rischio maggiore sono i Cinquestelle, che potrebbero arrivare al governo, e allora non ce ne sarebbe più per nessuno, vista la loro dichiarata idiosincrasia a qualsiasi forma di alleanza. Si profila la presenza di due gruppi contrapposti: da una parte il Movimento di Grillo, dall’altra PD e Berlusconi. La coalizione di centrodestra – o di destra – con Meloni e Salvini è decisamente in minoranza: all’occorrenza potrebbe forse appoggiare Berlusconi, per partecipare ad un governo di larghe intese. Tutti contro Di Maio & Co.
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