Portella della Ginestra, commemorazione strage del primo maggio. Enzo Campo (Cgil): “Rivendichiamo verità e giustizia”

PALERMO – Ieri primo maggio si è tenuta a Portella della Ginestra a due passi da Piana degli Albanesi la consueta commemorazione del tragico eccidio per mano del bandito latitante Giuliano che con la sua banda viveva nascosto nelle montagne adiacenti a Portella della Ginestra.

La vicenda

Nel primo maggio del 1947 oltre duemila lavoratori provenienti da Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato si erano riuniti per la festa dei lavoratori in una vallata vicino ai monti Kumeta, Pelavet e Maja in località Portella della Ginestra e stavano manifestando contro il latifondo in favore della coltivazione delle terre lasciate incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle elezioni regionali siciliane avvenute pochi giorni prima. Una volta riuniti tutti nella vallata decine di colpi di mitra e fucili si levarono improvvisamente dalla valle dove la banda di Giuliano si era nascosta nell’attesa dei lavoratori.

La commemorazione per il 71imo anno dalla strage

La carneficina che ne seguì lasciò sul suolo otto persone e tre bambini e oltre ventisette feriti di cui alcuni persero successivamente la vita per le ferite riportate. Ieri a 71 anni dalla strage le vittime sono state commemorate con un corteo che dalla Casa del Popolo di Piana degli Albanesi ha raggiunto la Casa del Partigiano per un comizio tenuto dalla Cgil e dove alcuni superstiti hanno raccontato la tragica esperienza, letto il memoriale e la lista dei nomi dei caduti con una vistosa commozione durante il minuto di silenzio dei molti partecipanti che hanno voluto, come ogni anno, far sentire la propria presenza.

Enzo Campo (Cgil): “Rivendichiamo verità e giustizia”

Quest’anno Cgil di Palermo, Nidil (Nuove Identità Di Lavoro) e Cgil di Sicilia insieme hanno voluto attribuire alla commemorazione un titolo: “Lavoro d’oggi , diritti di sempre” e il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo ha sottolineato: ““Siamo a Piana insieme ai lavoratori atipici, che non hanno certezza di un lavoro. Assieme a loro vogliamo lottare nel ricordare i martiri perché siano un monito. Rivendichiamo verità e giustizia per tutti i nostri caduti, i tanti sindacalisti uccisi che non hanno avuto giustizia. E questo uno Stato democratico non può permetterselo”. Una strage che negli anni ha suscitato perplessità su ipotesi e congetture fatte su un probabile e possibile coinvolgimento di alte sfere dello Stato che sembra che assoldarono Giuliano e la sua banda per compiere quello che è stato poi descritto in un famoso film cinematografico di successo dal titolo “Segreti di Stato” del 2003 con Paolo Benvenuti alla regia e che ancora oggi ripercorre e mette in evidenza incongruenze relative a come sono andati realmente i fatti e a fomentare la concreta possibilità che ci siano stati intrecci o accordi nelle sfere alte dello Stato intento a domare l’ondata dei lavoratori e sindacati contro il latifondo.

Paolino Canzoneri