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Altro che crisi e crisi, non si rinuncia a viaggiare per le feste. Saranno circa 7 milioni e 329 mila gli italiani in viaggio per il ponte dell’8 dicembre con un aumento di oltre il 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’87,9% resterà in Italia mentre l’11,2% andrà all’estero.
Emerge da una rilevazione di Federalberghi. Il giro di affari previsto corrisponde a circa 2,5 miliardi di euro (2 miliardi nel 2016).
“Il trend di crescita – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – racconta un Paese che non si ferma, che torna a credere nella ripresa, che considera il viaggio come un bene primario e investe su di esso. Tale tendenza va assecondata e doverosamente rafforzata, promuovendo politiche adeguate.
Federalberghi, in vista della prossima legislatura, ha predisposto un manifesto con più di ottanta misure, per favorire l’attivazione di nuovi investimenti e l’espansione della base occupazionale”.
Di seguito la classifica dei Paesi più industrializzati al mondo: Cina, Usa, Giappone, Germania, Corea del Sud, India, Italia, Francia, Gran Bretagna e Messico. Ciò significa, dunque, che l’Italia rimane in settima posizione e che in Europa è terza, dietro alla Francia e alla Germania.
Il problema è che, per sopravvivere, vista la contrazione del mercato interno le aziende italiane dal 2010 hanno dovuto imboccare la strada dell’internazionalizzazione (volgarmente detta delocalizzazione); l’export è infatti aumentato del 3,2% medio annuo, sulla scia di quello tedesco che è ha registrato un incremento del 3,3%.
Anche se l’incremento dell’export può essere positivo, si palesano i limiti del sistema Italia: il costo del lavoro negli ultimi 10 anni è cresciuto del 15,2% e il manifatturiero, nel decennio 2007-2016, ha perso ben 800 mila posti di lavoro. In confronto, per esempio, il costo del lavoro in Spagna è aumentato del 3,1%, in Francia del 7,5% ed in Germania del 10,8%.
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