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Cronaca

POMPEI: AL VIA IL RESTAURO PER TRE DOMUS

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Tempo di lettura 2 minuti Per ora è partito il restauro della “ Casa di Loreio Tiburtino” ma tra qualche settimana toccherà alle domus “ Paquio Proculo” e “ Venere in Conchiglia".

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di Christian Montagna


Pompei – E’ tempo di restauri a Pompei. Forse prima o poi riusciremo ad avere il sito archeologico più bello al mondo totalmente rinnovato. Per ora è partito il restauro della “ Casa di Loreio Tiburtino” ma tra qualche settimana toccherà alle domus “ Paquio Proculo” e “ Venere in Conchiglia”. Totalmente taciuto dalla stampa, L’Osservatore d’Italia ha deciso di rendere nota la notizia poiché trattandosi di patrimonio dell’umanità è di interesse pubblico. Gli affreschi e i mosaici che occupano il calpestio, saranno recuperati e riportati alla luce. Allo stesso modo, gli apparati decorativi della domus. Una volta aggiudicatasi la gara d’appalto, la CBC (Conservazione Beni Culturali Soc. Coop.), al costo di trecento trentadue mila euro circa, rimetterà in sesto la poco fortunata domus. Già nel 2011 aveva mostrato i primi segni di cedimento: un pilastro del pergolato esterno era crollato. L’anno successivo, le condizioni climatiche poco favorevoli avevano fatto il resto. Scoperta tra il 1916 e il 1921 da Vittorio Spinazzola, si era classificata tra le prime per bellezza e numero di visite, forte indubbiamente degli elementi decorativi che la compongono, primo tra tutti la loggia porticata lungo la quale scorre un canale d’acqua adornato da statue ed elmi. Di proprietà di Ottavio Quartione, fu trasformata in luogo di culto sacro alla dea Iside, divinità fortemente venerata a Pompei nel I sec. d.C. Per le altre due domus, “Venere in Conchiglia” e “Paquio Proculo”, saranno necessari altrettanti recuperi di mosaici e pitture. In particolare, per la prima, scoperta da Amedeo Maiuri nel 1952 e rimasta danneggiata da una bomba esplosa durante il secondo conflitto mondiale, bisognerà risistemare l’intonaco affrescato al costo di mezzo milione di euro. Per la seconda, di proprietà di un famoso panettiere del tempo, si spenderanno seicento settantamila euro per rimettere a posto la pavimentazione e le numerose e importanti pitture interne. Soldi questi che verranno presi dal “Grande Progetto” che con 105 milioni di euro si occuperà della risistemazione dell’intera area archeologica. Una nazione senza cultura è destinata a non avere futuro e per fortuna c’è ancora qualcuno che si occupa del patrimonio culturale e archeologico italiano, invidiato dall’intero globo.

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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