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Redazione
POMEZIA (RM) – Arpa Lazio ha pubblicato oggi i risultati delle analisi svolte repentinamente a poche ore dal rogo della Eco X di Pomezia, da questi emerge una presenza record di diossine e furani. Per il 5 e 6 maggio le rilevazioni indicano una percentuale di concentrazione di diossine e furani di 77,5 picogrammi per metro cubo, a fronte del limite di 0,1 picogrammi per metro cubo indicato come limite massimo per la salute umana dall'Oms: una presenza oltre 700 volte la soglia di rischio. Anche la concentrazione di idrocarburi benzopirenici è risultata superiore al limite con 9,1 nanogrammi per metro cubo, a fronte di un massimo di 1 ng/m3. Migliorano invece il livelli di Pm10 che stanno tornando a valori normali anche nelle vicinanze del sito dopo che domenica 7 maggio si era registrata una concentrazione record di 373 μg/m3 (nelle giornate di massimo smog in una città e difficile superare i 150 μg/m3 ).
"Il rogo di Pomezia ha prodotto una concentrazione di diossine impressionante – dichiarata Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – nell'aria intorno all'incendio. Bisogna evitare allarmismi ma ora è fondamentale individuare i terreni di ricaduta al suolo attraverso i modelli per lo studio dei venti, solo così si può avviare una seria di bonifica, che operi là dove è necessario intervenire, per mettere così in sicurezza la salute delle persone e tutti il comparto agro-silvo-pastorale del territorio. Presenteremo un esposto alla procura che possa essere di sostegno alle indispensabili indagini delle cause, intanto ringraziamo con forza Arpa Lazio per il gran lavoro di monitoraggio che ha messo in campo in questa settimana e dovrà continuare".
Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia: 150 imprese a rischio chiusura. Richiesta convocazione commissione congiunta Ambiente-Agricoltura per audire associazioni locali e fare stima danni
“Chiediamo al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di farsi portavoce col Governo per destinare fondi straordinari a tutte quelle aziende agricole colpite dalle conseguenze della nube tossica sprigionatasi dal rogo della Eco X di Pomezia. C’è un’intera porzione di territorio pontino e del suo entroterra, per un totale di circa 21 comuni coinvolti, che trema in attesa dei risultati sui campionamenti di ortaggi, frutta e capi di bestiame che, se negativi, potrebbero mettere in ginocchio l’economia locale, con danni irreparabili. Da un primo calcolo, sarebbero oltre 150 le aziende che rischiano di chiudere per colpe non loro, ma di chi non ha vigilato sull’impianto di compostaggio di Pomezia. Per questo, ho già chiesto la convocazione urgente in commissione congiunta Ambiente-Agricoltura della Regione in cui ascoltare le associazioni locali di imprenditori e le aziende agricole, così come tutto l’indotto, per approfondire dettagliatamente lo stato economico delle attività e le ripercussioni avute. In quella sede si potrà valutare attentamente la situazione che si è venuta a determinare in seguito all’incendio della Eco X per una stima dei danni arrecati al territorio e alle attività, avanzando così adeguate richieste di sostegno economico, puntuali e dettagliate, sulla scorta dei dati acquisiti e del risultato dei campionamenti. Al di là delle richieste di risarcimento che si potranno avanzare con le associazioni dei consumatori o di categoria, le istituzioni non devono lasciare sole persone e famiglie che hanno speso la loro vita intera in un’azienda e corrono il rischio di vedere andare tutto in frantumi per colpe non loro”.
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