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Redazione Lazio

Pomezia, incendio Eco X: la Commissione Ambiente indaga su passaggi amministrativi

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Tempo di lettura 2 minutiLa ditta, infatti, ha ottenuto di esser autorizzata a lavorare materiali non pericolosi, come carta e plastica, al posto di una pari quantità di pericolosi.

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L’incendio della Eco X di Pomezia è tornato al centro di un’audizione alla Pisana. Ad essere ascoltati dalla sesta commissione del Consiglio regionale, competente in materia di ambiente, l’assessore regionale Mauro Buschini, il direttore di Arpa Lazio Marco Lupo, il direttore della Asl Roma 6 Narciso Mostarda, la dirigente dell’Area Ciclo integrato dei rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e il sindaco di Pomezia Fabio Fucci. Al termine dei lavori è stata presentata una proposta di risoluzione, destinata però a essere discussa e affinata in una prossima seduta. L’atto di indirizzo nei confronti della Giunta punterà a sollecitare controlli preventivi sugli impianti di stoccaggio o trattamento dei rifiuti del Lazio. Nel corso dell’audizione, chiesta dalla minoranza, è stato offerto ai consiglieri un quadro sull’inquinamento, sui monitoraggi ancora in corso, sulle autorizzazioni e sui controlli. Annunciato durante i lavori di oggi che anche l’ottava commissione consiliare si occuperà degli effetti dell’incendio sulle attività produttive. Il “caso Eco X” era stato già al centro, l’11 maggio scorso, di una seduta della commissione consiliare speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata, nel corso della quale Fucci aveva parlato – come pure questa mattina – di natura dolosa dell’incendio.
 
L’Arpa Lazio ha riferito di aver subito installato campionatori a ridosso dell’area del disastro, aver analizzato i dati della rete di monitoraggio – integrata di ulteriori filtri oltre a quelli per le polveri sottili (pm10) e un’unità mobile ad Albano – e di aver sviluppato una simulazione per individuare le aree di eventuale ricaduta degli inquinanti. Nella commissione alla Pisana si è parlato delle rilevazioni nei pressi dell’incendio – con picchi di pm10, diossine e pcb nei primi due o tre giorni, come già illustrato da Lupo in un’analoga audizione in Senato – delle rassicurazioni circa altre zone della regione e delle analisi in corso, da parte di Asl e Istituto zooprofilattico sperimentale, sull’assenza di amianto nell’aria, su vegetali a foglia larga e sulla presenza di inquinanti nella zootecnia. Ma anche delle precauzioni per la salute adottate nell'immediato dalla Asl Rm 6. Illustrate anche le misure di contenimento del rischio e di bonifica messe in atto dal sindaco Fucci, che ha annunciato anche uno stanziamento della Città metropolitana di 100 mila euro per le scuola superiori. È emerso, nel complesso, che non va sottovalutato quanto accaduto, che i controlli devono continuare ma che comunque – ha affermato Lupo – “non è la Chernobyl del Lazio”.
 
Durante l’audizione è emersa la necessità di fare chiarezza su alcuni intricati passaggi amministrativi, in particolare su quelli dell’esistenza o meno della certificazione antincendio, sulla esigibilità della polizza e sui tempi e sulle modalità della bonifica. Tre gli atti amministrativi sui quali si è concentrato il dibattito. Un’autorizzazione del 2010, accompagnata da 34 prescrizioni, la cui vigilanza – secondo gli uffici regionali – spetterebbe alla Provincia. Poi una voltura nel 2014 dell’impianto dalla Eco X alla Ecoservizi per l’ambiente, con passaggio anche della polizza assicurativa e, infine, nel 2015 una variante circa la tipologia dei rifiuti trattati. La ditta, infatti, ha ottenuto di esser autorizzata a lavorare materiali non pericolosi, come carta e plastica, al posto di una pari quantità di pericolosi.

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