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Red. Cronaca
PISTOIA – Un operaio 53enne pregiudicato, ora in carcere per altra causa, un operatore ecologico 44enne con alcuni precedenti di polizia ed un carrozziere 43enne incensurato, tutti residenti nel comune Ella Piana, sono stati denunciati alla procura della Repubblica di Pistoia, dai carabinieri della stazione di Quarrata, al termine di un’attività di indagine che ha accertato l’illecita attività fra maggio e giugno dell’anno in corso.
Il terzetto aveva escogitato un sistema per sostituirsi ai canali ufficiali di smaltimento dei rifiuti speciali, in questo caso non pericolosi, trattandosi di scarti della lavorazione dell’industria tessile, che prevedono il tracciamento dei rifiuti stessi dalla produzione allo smaltimento o recupero, ovviamente con costi che incidono sul bilancio delle aziende, proponendo in alternativa un “listino” a prezzi concorrenziali.
I tre si erano procurati una clientela costituita da una decina di manifatture tessili gestite da imprenditori cinesi dell’area del Macrolotto a Prato, ai quali garantivano lo “smaltimento” dei sacchi contenenti scarti e rifiuti della lavorazione, ma che in realtà venivano poi abbandonati sul ciglio della strada o in piazzole di sosta, fra i comuni di Quarrata ed Agliana, utilizzati come vere e proprie discariche a cielo aperto, anche se non si esclude che parte dei rifiuti possano essere stati gettati in altre zone anche fuori provincia. Le “tariffe” applicate si aggiravano sui 2-3 euro a sacco e la raccolta a domicilio veniva eseguita con un mezzo di proprietà di una cooperativa di Prato operante nel settore della raccolta dei rifiuti, completamente estranea ai fatti, da cui dipende l’operatore ecologico indagato, che l’utilizzava abusivamente. Le aree individuate nei comuni di Quarrata ed Agliana, interessate da queste discariche abusive, sono state poi bonificate dalla società CIS srl di Montale, che ha reperito e raccolto nella zona interessata, circa 150 grandi sacchi colmi di rifiuti e scarti tessili, del tipo utilizzato per i rifiuti condominiali.
La norma violata dai tre denunciati è contenuta nel cosiddetto Testo Unico Ambientale del 2006 e prevede l'arresto da tre mesi a un anno o l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. La responsabilità delle ditte coinvolte è tuttora al vaglio degli inquirenti per stabilire, caso per caso, se l’iniziativa di affidarsi ai recuperatori abusivi sia frutto di precise disposizioni delle varie proprietà o dell’iniziativa di singoli dipendenti, all’insaputa del management.
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