Mafia Capitale e l’articolo 1 della Costituzione

di Angelo Barraco
Articolo 1 della Costituzione Italiana: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Il primo articolo della Costituzione Italiana è un articolo forte, pieno di significato e che racchiude tanti principi che appartengono ad uno Stato che lavora per raggiungere i propri traguardi, fa intendere che il sacrificio è il principale mezzo per raggiungere un obiettivo prefissato, ma soprattutto viene enunciata la parola “Democratica” ovvero del popolo. Il popolo in una società ha diritti e doveri –non sto facendo una lezione di diritto sia chiaro- ma il popolo in una società democratica che è fondata sul lavoro e sul sacrificio, soprattutto dinnanzi al tragico periodo economico che stiamo affrontando, ha bisogno di sicurezze; e chi ci da queste sicurezze? Attualmente è una domanda dalle poche, pochissime risposte, poiché gli eventi che stanno travolgendo la politica, l’attualità e l’economia del nostro paese hanno fatto crollare ogni forma di sicurezza. La vicenda Mafia Capitale è stato un fulmine a ciel sereno per l’Italia, poiché si è trovata d’innanzi a se uno scenario di corruzione che coinvolgeva e coinvolge soggetti legati alla criminalità, la politica, l’economia, e tutte quelle strutture sociali che tengono in piedi un paese, quella Repubblica democratica fondata sul lavoro citata poc’anzi. Nella Costituzione si parla di lavoro e, ovviamente, il lavoro di cui si parla è un lavoro che porta alla crescita esponenziale del paese; in questa organizzazione invece? Qui si parla di lavoro “sottobanco”, di lavoro dato agli “amici” per favorire “amici di amici”, fiumi di denaro, affari sporchi e quanto di più schifoso e viscido ci possa essere in un paese che come primo caposaldo della costituzione ha un articolo che dice l’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. In fin dei conti non è cambiato molto rispetto a 20/30 anni fa, ma anche alla situazione del potere mafioso di adesso, perché anche questa è mafia; la mafia che non spara, che continua a macinare miliardi senza sosta e che prende sottobanco soldi per favorire l’amico o il conoscente. “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, recita il secondo comma; ma rapportandolo alla società odierna e alla situazione attuale, quanta sovranità ha il popolo? Questo passaggio è certamente valido per determinate circostanze, ma l’inchiesta Mafia Capitale, come altre, hanno dimostrato che il popolo non è sovrano ma è vittima di uno Stato colluso che stringe la mano e fa affari sporchi, che marca pesante, il tutto ovviamente nell’indifferenza del cittadino che spesso, sentendosi abbandonato da uno Stato silenzioso e assente che gli volta le spalle per un posto di lavoro, decide di uccidersi. Quanto è sovrano il popolo? La sovranità del popolo sta certamente nel potere decisionale al momento del voto, ma anche questo è un tasto dolente poiché anche qui il cittadino viene riempito di promesse dal politicante pronto a sedersi sulla comoda poltrona, fine le votazioni, finito tutto, chi s’è visto s’è visto. Il popolo non esercita più libertamente il potere di decidere, perché tale potere di decisione viene prevaricato dal potere della corruzione che fa leva sule difficoltà del soggetto. Anche la vicenda Mafia Capitale fa leva sui soggetti più deboli all’interno della società perché favorisce una cerchia ristretta di soggetti all’interno dello Stato, che corrompono che ottenere, a discapito di chi invece con i sacrifici vorrebbe ma non può. Sembra quasi un ritorno allo Stato Liberale, quando il potere era in mano ai nobili e le decisioni, il potere e tutto ruotava intorno alla loro cerchia e il potere del soggetto era strettamente limitato.