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di Angelo Barraco
Palermo – Giuseppe “Pino” Maniaci, direttore dell’emittente televisiva “Telejato”, è indagato per estorsione poiché avrebbe ricevuto somme di denaro e agevolazioni dai Sindaci di Partinico e Borgetto onde evitare commenti critici sull’attività operativa dell’Amministrazione. Il giornalista avrebbe preteso dai sindaci di Borgetto e Partinico, un contratto per la compagna e in cambio di ciò avrebbe mantenuto una linea morbida in trasmissione in merito alle attività dell’amministrazione. La somma che sarebbe entrata nelle tasche di Maniaci ammonterebbe a poche centinaia di euro e quei video e relative inchieste sarebbero sparite da quell’emittente che ha sempre urlato a gran voce “No” alla mafia e al sistema mafioso. Pochi giorni fa il giornalista ha appreso la notizia e ha scritto sulla sua pagina facebook “Ho fiducia nella #magistratura sana. Mi sembra giusto correggere alcune dichiarazioni fatte a caldo perché è evidente che non tutti i magistrati sono da buttare e che non tutta la magistratura è corrotta. Ci sono quelli che non fanno il proprio dovere e noi li abbiamo denunciati, ma c'è anche la magistratura sana che si contrappone a quella che non fa il proprio dovere. Io ho fiducia nella magistratura e sono certo che presto si chiarirà quello che c'è da chiarire”. Prima ancora aveva scritto “Io non so se l’indagine a mio carico esiste davvero, ma due sono i casi. Se esiste, allora si fonda su delle calunnie e per questo querelerò i calunniatori. In più ci sarebbe anche il reato di rivelazione del segreto d’ufficio, i responsabili del quale non possono che essere alla procura di Palermo o tra gli investigatori, nei confronti dei quali ovviamente procederò in sede legale. Io comunque non ho niente da nascondere e sono pronto a chiarire tutto. Se l’indagine invece non esiste, allora la notizia è una bufala e sono pronto a denunciare chi ha diffuso notizie false su di me. In tutti e due casi chiedo alla procura di #Palermo di uscire dal suo silenzio e di rendere noto come stanno le cose”. Il giornalista si è detto vittima di quanto accaduto ma a suo carico ci sarebbero intercettazioni e video in merito alle richieste estorsive. Per il direttore di Telejato, la Procura di Palermo ha chiesto ed ottenuto dal Gip il divieto di dimora nella provincia di Trapani e Palermo.
Sono state eseguite inoltre 10 misure cautelari dai Carabinieri di Partinico nel corso di un’operazione denominata “Kelevra”. Le persone poste a misure cautelari sono esponenti della famiglia mafiosa di Borgetto e su di loro pende l’accusa di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni. Gli inquirenti hanno iniziato a monitorare la famiglia di Borgetto dal 2012, in particolar modo Antonino Giambrone e i fratelli Tommaso e Francesco. Dalle indagini è emersa la figura predominante di Antonino Giambrone. In data 11 febbraio 2013 viene scarcerato Nicolò Salto, storico esponente mafioso in opposizione alla famiglia Giambrone. La sua libertà porta anche a chiari ed evidenti segnali sul territorio di tentativi di imposizione e predominio con danneggiamenti a imprenditori. L’operazione “Nuovo Mandamento” porta all’arresto di Antonino Giambrone, nell’aprile del 2013, successivamente si afferma sul territorio Salto in seguito ad un incontro con il padre di Antonino Giambrone. In tale incontro promette lui di non abbandonare il figlio, ciò porta ad una pax tra i clan e la delineazione di un programma criminale comune, come la collaborazione dei due gruppi per l’attività estorsiva. La logistica è gestita da Antonino Frisina, autista di Nicolò Salto.
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