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Editoriali

PIERLUIGI BERSANI COLTO DA EMORRAGIA CEREBRALE

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Tempo di lettura 4 minuti L'emorragia, dicono dal suo entourage, "non avrebbe causato conseguenze serie dal punto di vista neurologico"

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Redazione

Una notizia che ha sconvolto il mondo politico. Si è tenuto, nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale Maggiore di Parma, l'intervento chirurgico cui è stato sottoposto l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Si tratta di un'operazione che si è resa necessaria dopo gli esami angiografici. Il mattinata l'ex segretario Pd è stato colpito da una lieve emorragia cerebrale Accanto a Bersani sono arrivati il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, alcuni esponenti del Pd locale, il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e l'assessore regionale Alfredo Peri. Con lui anche Maurizio Migliavacca.
L'ex segretario del Pd è giunto intorno alle 12 al pronto soccorso dell'ospedale di Piacenza dopo aver avvertito una forte e improvvisa emicrania. Qui è stato sottoposto a una tac da cui è emersa un'emorragia cerebrale. Durante tutto il periodo degli accertamenti sanitari, Bersani è rimasto lucido, non ha mostrato problemi neurologici nè è svenuto. I medici hanno quindi disposto il trasferimento d'urgenza in ambulanza all'ospedale di Parma dove Bersani è giunto intorno alle 13. L'ex ministro dello Sviluppo economico ha 62 anni. "Ha avuto una lieve emorragia cerebrale ma sembra, per fortuna, senza conseguenze serie dal punto di vista neurologico", dichiara il portavoce di Bersani Stefano Di Traglia. L'emorragia, dicono dal suo entourage, "non avrebbe causato conseguenze serie dal punto di vista neurologico". Bersani è rimasto cosciente durante tutti gli accertamenti clinici. E su Twitter Matteo Renzi esprime il proprio sostegno."Un abbraccio fortissimo a Pier Luigi Bersani". Il presidente del consiglio Enrico Letta, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, segue la situazione di Pier Luigi Bersani "passo passo, con la massima vicinanza, in contatto con i famigliari". Anche il Quirinale, a quanto si apprende da ambienti vicini a Pier Luigi Bersani, si è informato sulle sue condizioni di salute. "Un abbraccio grandissimo!": sono queste le prime parole che il presidente Romano Prodi ha rivolto all'ex segretario. Il Presidente Prodi dal momento in cui ha appreso la notizia del malore che ha colpito Bersani segue da vicino l'evolversi della situazione.  "Ho appreso con addolorato stupore del malore che questa mattina ha colto l'onorevole Pierluigi Bersani", ha affermato Silvio Berlusconi in una nota. "Gli auguro di tutto cuore che possa superare al piu' presto questo momento difficile – aggiunge – per tornare alla sua attivita' politica e dai suoi cari. Un abbraccio affettuoso ad un avversario
leale". "Caro @pbersani, ti sono affettuosamente vicino. Forza!!!": così il ministro dell'Interno Angelino Alfano su Twitter. "Le prime notizie che arrivano sono rassicuranti. Alè Bers che c'è un sacco di roba da fare!": così Gianni Cuperlo, presidente dell'Assemblea del Pd sul suo profilo Facebook. Messaggi analoghi da Pina Picierno a Alessia Morani, che incoraggiano Bersani a superare il momento difficile. Auguri anche da Walter Veltroni e Giuseppe Civati. Un "forza" arriva anche dal presidente del Senato Pietro Grasso, mentre da Forza Italia fanno sentire la loro voce il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario alla Camera, la responsabile Comunicazione del partito Deborah Bergamini. Su Twitter l'augurio del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: "Tieni duro Pierluigi, sei sempre stato un combattente. Un abbraccio". In una nota il sindaco di Torino Piero Fassino esprime il suo dolore "Ci auguriamo tutti che Pier Luigi possa riprendersi al più presto". Anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha espresso in una nota la sua vicinanza all'ex segretario Pd: "Con l'auspicio che si tratti di un malore passeggero, e di rivederlo al più presto al lavoro con la consueta energia e determinazione, rivolgo i miei più affettuosi auguri di pronta guarigione a Pier Luigi Bersani". In un tweet il presidente di Sinistra, Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, scrive: "Caro Pierluigi ti siamo tutti vicini in questo momento. Un forte abbraccio dai compagni e dalle compagne di Sel". Fa sentire la sua vicinanza a Bersani anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: "Un in bocca al lupo sincero a Pierlugi Bersani. Sulla salute non si scherza, come purtroppo fece qualche pirla quando fu Umberto Bossi a stare male". Auguri anche dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: "Voglio esprimere a Bersani tutti i miei auguri affinchè superi questa difficoltà il più presto possibile". "Caro Pierluigi – dice la presidente della Camera, Laura Boldrini – ti siamo vicini con tanto affetto. Forza, metticela tutta! Ti
aspettiamo presto alla Caemra", aggiunge Boldrini. "Forza Pierluigi, ti siamo vicini e ti aspettiamo presto". Lo scrive sul suo profilo twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Vicinanza anche da parte di Pierferdinando Casini: "Sono vicino con tutto il cuore" a Pierluigi Bersani. "Un galantuomo della politica e un grande amico". Auguri anche da parte della presidente del Friuli Venezia Giulia, Deborah Serracchiani: "Forza Pierluigi!". "Bersani è un mio amico personale, sono molto triste e molto preoccupato. Gli dico: Forza Pier Luigi, ne hai passate tante. Hai fatto tante battaglie, fai anche questa. Ti sono vicino. Sono vicino alla famiglia. Politica è anche questa. Forza Pier Luigi, Forza Pier Luigi, Forza Pier Luigi". Mario Monti ha telefonato a casa Bersani per informarsi delle condizioni dell'ex segretario del Pd, con il quale ha avuto una stretta collaborazione in particolare quando era Presidente del Consiglio. Monti, spiega una nota, ha pregato la figlia di Bersani di trasmettere al padre, appena possibile, i suoi auguri e la sua vicinanza, con un forte abbraccio. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, intervistato da Rai News 24. L'augurio anche da parte anche del sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti: "Un augurio di pronta guarigione a @pbersani. Sicuro delle ottime cure del ns ospedale,con la speranza di poterlo salutare presto di persona". "Forza Bersani. Forza Giaguaro", l'augurio di pronta guarigione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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