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Redazione
Perugia – E' successo in Umbria. Arruolavano giovani connazionali, privandole del passaporto, segregandole e costringendole a prostituirsi in 17 appartamenti a 'luci rosse' tra Assisi, Bastia e Perugia. La polizia del commissariato di Assisi, diretto da Francesca Di Luca, coadiuvati dagli uomini del reparto prevenzione crimine Umbria e Marche, a conclusione di una articolata indagine, ha arrestato una coppia di coniugi cinesi, lui 30 anni, lei 25, accusata di sfruttamento della prostituzione. Un sodalizio 'familiare' cinese, secondo gli investigatori, con un enorme giro di denaro. L'attivita' ha portato alla denuncia di 15 cinesi, indagati per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato.( Secondo l'accusa i due coniugi reclutavano le connazionali attraverso un'agenzia di viaggio cinese, alla quale le ragazze versavano circa 20 mila euro per ottenere un lavoro da massaggiatrice e una scheda telefonica che il referente dell'agenzia in Italia avrebbe loro consegnato una volta giunte all'aeroporto di Roma o Milano. Gli investigatori hanno scoperto che una volta atterrate, pero', questo referente ritirava loro il passaporto e le dirottava prima su Prato e poi a Perugia. Qui, alla stazione ferroviaria, venivano prelevate direttamente dai due coniugi per essere poi portate negli appartamenti, private delle chiavi e approvvigionate di tutto il necessario per vivere e per prostituirsi: dai profilattici al vestiario succinto, dalla biancheria intima sexy fino al prontuario contenente le frasi tradotte in italiano da dire ai clienti e un tariffario delle varie prestazioni, oltre a varie schede telefoniche e uno o piu' cellulari in dotazione. Ogni due giorni i due coniugi si recavano presso gli appartamenti per prelevare gli incassi: su 50 euro lasciavano alle ragazze soltanto 15 euro che sarebbero dovuti servire alle stesse per riscattare il proprio passaporto. Era la moglie a ricevere le telefonate dei clienti e a smistarli nei vari appartamenti, contrattando personalmente data, orario e prezzo delle prestazioni. Una cinquantina le persone, tutte residenti tra Assisi, Bastia e Perugia, quasi sempre incensurate e, in alcuni casi, ritenute insospettabili, fermate all'uscita delle case squillo. Sette gli appartamenti sequestrati: 4 a Perugia, 1 a Corciano, 1 a Bastia Umbra e 1 ad Assisi. La donna, che ha dato alla luce una bambina da solo qualche mese, ha ottenuto gli arresti domiciliari
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