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Redazione
Perugia – Un poliziotto del commissariato di Città di Castello, in provincia di Perugia, è stato trovato morto ieri sera insieme alla moglie nel garage della loro villetta a Uppiano. A scoprire i corpi senza vita è stato un socio della donna che non riusciva a contattarla. L'uomo è andato a cercarla a casa e, vedendo le luci del garage accese e il portone aperto, ha deciso di scavalcare la recinzione e avvicinarsi. Dentro c'erano i due corpi ormai senza vita in un lago di sangue. Secondo una prima ricostruzione, il marito di 41 anni, Yuri Nardi, avrebbe ucciso la moglie Laura Arcaleni per poi spararsi un colpo in testa. Sul posto è intervenuta la polizia e il medico legale insieme al pm di turno Manuela Comodi. Era una donna che voleva impegnarsi nel recupero di minori in difficoltà, Laura Arcaleni, quarantenne di Città di Castello.
La dinamica dell'omicidio – suicidio. Una tragedia avvenuta nel garage della loro abitazione a Uppiano. Dove Nardi ha sparato con il suo fucile a pompa. I motivi di quanto successo sono ancora al vaglio degli investigatori ma sembra che il matrimonio tra i due fosse in crisi. Ha atteso il rientro a casa della moglie e nel garage le ha sparato alla testa un colpo con il suo fucile a pompa, uccidendola; poi ha rivolto l'arma contro sé stesso e si è suicidato: una tragedia che si è consumata nel giro di pochi attimi in una villetta isolata di Uppiano, alla periferia di Città di Castello. Le vittime sono entrambe del posto, un agente di polizia di 41 anni e la moglie quarantenne che da qualche mese gestiva una comunità per il recupero di minori. Come prassi gli accertamenti sono ancora in corso ma la polizia che indaga non sembra avere dubbi sul fatto che si sia trattato di un omicidio-suicidio. Tra le ipotesi quella che a provocarla possa essere stata la gelosia per una relazione (la coppia non aveva figli) ormai quasi finita. A dare l'allarme il socio della donna che – è emerso dalle indagini – passando di fronte all'abitazione intorno alle 20 ha notato le luci del garage accese. Pensando a un furto, ha scavalcato la recinzione per controllare trovandosi invece di fronte i due cadaveri. L'uomo ha subito chiamato il 113 e sul posto sono intervenuti personale del commissariato di Città di Castello e della questura di Perugia. Con loro anche il magistrato di turno Manuela Comodi. L'agente lavorava ormai da anni a Città di Castello e attualmente era alle volanti. Era reduce dal turno di notte. L'uomo deteneva regolarmente il fucile a pompa di grosso calibro con il quale – ritengono gli investigatori – ha prima sparato alla moglie e poi a sé stesso. Un gesto per spiegare il quale sembra abbia lasciato un biglietto con una sorta di addio. La donna era molto conosciuta nel centro umbro. Figlia del presidente della banda musicale locale aveva fatto a lungo volontariato con la Croce rossa. Poi il nuovo progetto di aprire a Uppiano una comunità per il recupero dei minori. "Era una donna brillante e molto impegnata" ha detto all'ANSA il sindaco Luciano Bacchetta. "Ci avevo parlato da poco – ha aggiunto – proprio del bel progetto della comunità. Stava facendo veramente una bella cosa". "Quanto successo è un fatto doloroso che rattrista la polizia di Stato e la comunità di Città di Castello" le poche parole del questore Carmelo Gugliotta. "Forniremo la più ampia collaborazione alla magistratura – ha concluso – per fare chiarezza".
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