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"Mentre il militare di truppa e il poliziotto che rischia la vita sulle strade dovrà fare i conti con l'aumento dell'età anagrafica e degli anni di servizio che dal 2013 gli permetteranno di andare in pensione, per il "generale", anche quelli che amano farsi servire tartine e champagne, il periodo trascorso nella posizione di ausiliaria è valido ai fini del calcolo della pensione e della buoniscita e questo significa che rispetto a un altro dirigente generale dello Stato, "civile", quello con le stellette avrà una liquidazione e una pensione molto maggiori."
Redazione
Roma – "Il personale dei comparti Difesa e Sicurezza e del Soccorso pubblico andra in pensione molto più tardi e se lo schema di decreto di armonizzazione del sistema pensionistico approvato il 26 ottobre dal Governo è quello già pubblicato nei giorni scorsi dal sito web www.forzearmate.org, allora è chiaro che la "manovra" è stata fin dall'inizio finalizzata a salvare l'ennesimo privilegio della casta dei generali delle Forze armate: "l'ausiliaria". – Dichiara in una nota Luca Marco Comellini Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – Eppure nella versione del provvedimento ipotizzata dal Governo prima della pausa estiva – prosegue la nota – era stata inserita una norma ad och sull'Ausiliaria, tesa a ridurla e poi dal 2018 a cancellarla definitivamente, che ora è scomparsa. Basta leggerne le allegate tabelle economiche per rendersi conto che l'unico modo per salvare questo odioso privilegio di cui godono i generali delle Forze armate, il cui costo è di 356 milioni di euro all'anno, che il Governo tecnico del rigore e dell'equità è riuscito a trovare e stato quello di aumentare sensibilmente i requisiti per l'accesso alla pensione per i militari, i poliziotti e i vigili del fuoco recuperando così, a regime, risparmi per 397 milioni di euro all'anno.
Mentre il militare di truppa e il poliziotto che rischia la vita sulle strade dovrà fare i conti con l'aumento dell'età anagrafica e degli anni di servizio che dal 2013 gli permetteranno di andare in pensione, per il "generale", anche quelli che amano farsi servire tartine e champagne, il periodo trascorso nella posizione di ausiliaria è valido ai fini del calcolo della pensione e della buoniscita e questo significa che rispetto a un altro dirigente generale dello Stato, "civile", quello con le stellette avrà una liquidazione e una pensione molto maggiori.
– Comellini conclude – Se questa è la soluzione per affrontare la crisi economica, e anche in vista dell'approvazione della revisione dello strumento militare che taglierà circa 30mila militari, mi domando a cosa serva tenere "a disposizione" dell'amministrazione per ulteriori 5 anni dopo la cessazione del servizio – pagandoli profumatamente – dei vecchi generali che, invece, potrebbero tranquillamente godersi la già ricca pensione e dedicarsi alle bocciofile o all'affetto dei nipoti."
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