Scienza e Tecnologia
Payday 3, la gang delle rapine perfette torna su Pc e console
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1 anno faon
Payday 3 è il nuovo capitolo della saga criminale targata Starbreeze. A dieci anni dall’uscita del secondo episodio, lo studio di sviluppo torna in azione per una nuova serie di colpi a base di adrenalina, ingegno e improvvisazione. Prima di iniziare ad esaminare il titolo però è bene sottolineare che Payday 3 include al lancio unicamente otto missioni, e sebbene tali numeri siano giustificati da un prezzo di vendita ridotto su Pc, PlayStation e Xbox (39,99€, che diventano zero se si è abbonati al Game Pass di Microsoft), arriveranno immancabilmente nuovi contenuti a pagamento nel corso del tempo. Quindi ci sarà ancora molto da vedere in futuro. Detto ciò, cominciamo col dire che siamo rimasti purtroppo delusi dalla storia di Payday 3 e soprattutto dal modo in cui viene raccontata, ossia attraverso banali sequenze di artwork dialogate in inglese e sottotitolate in italiano. L’espediente narrativo dell’organizzazione segreta che minaccia la banda originale e la costringe a tornare in azione sa ampiamente di già visto e quindi non ci ha esaltato in particolar modo. Dopo aver eseguito il lungo, ma necessario soprattutto per i neofiti, tutorial e aver lanciato il gioco, ci ha lasciato perplessi il modo di presentare gli stage, che risultano tutti immediatamente accessibili, mentre a essere bloccate sono unicamente le banali scene di intermezzo statiche a cui abbiamo già accennato, che diventano visibili solo dopo aver completato la sequenza di missioni che le precede. A nostro avviso sarebbe dovuto accadere l’esatto contrario, così da regalare agli utenti un minimo di progressione iniziale al di là del semplice tutorial. Invece che lasciare integro l’approccio di Payday 2, basato su denaro e punti esperienza, che tanto era piaciuto, il team di Starbreeze ha deciso di legare la crescita del proprio personaggio, nonché la possibilità di accedere a nuove armi ed equipaggiamento, al completamento di una lunga serie di sfide. È vero, molte di esse rientrano nel naturale loop del gameplay, chiedendo a chi gioca ad esempio di eliminare un certo numero di poliziotti e portare a termine le rapine a specifici livelli di difficoltà, ma altre implicano azioni che possono potenzialmente rovinare l’esperienza cooperativa del gioco. Come se non bastassero le ben note difficoltà comunicative che si verificano di solito nell’ambito di una sessione multiplayer con dei perfetti sconosciuti, restii a parlare e a coordinarsi con gli altri (laddove si tenti di completare un colpo in maniera pulita e silenziosa il parlare è fondamentale), ci si trova infatti ad assistere a comportamenti in solitaria apparentemente privi di logica, ma che in realtà perseguono il completamento di specifici obiettivi. Quindi, salvo a patto di giocare con un team di amici, i colpi con gli “sconosciuti” diventano un vero e proprio incubo.
Fortunatamente però, in attesa che il team di sviluppo corregga il metodo di progressione dei personaggi, Payday 3 ha anche degli ottimi punti a favore. Punti che rendono l’esperienza di gioco interessante e altamente godibile. In termini di varietà, infatti, c’è poco di cui lamentarsi: i colpi e gli scenari di gioco, infatti, sono assolutamente diversi e divertenti: si spazia da una piccola filiale di un istituto di credito a una grande banca, dall’assalto a un blindato fin da subito votato all’azione all’immancabile gioielleria da depredare, da un nightclub pieno di luci al neon e droga a una galleria d’arte foderata di opere preziose da scovare e depredare, passando infine per un magazzino di autotrasporti con qualche segreto di troppo e una villa di lusso piena di guardie pronte ad aprire il fuoco su chiunque provi ad entrare. Come da tradizione per la serie, viene inoltre data la possibilità di portare a termine gli incarichi nella maniera che si preferisce, dunque procedendo in maniera cauta e silenziosa, rubando tesserini, neutralizzando agenti di sicurezza, disattivando la videosorveglianza e accedendo a specifici terminali; oppure, laddove qualcuno dovesse sorprendere i giocatori, indossando le maschere e procedendo ad armi spianate nell’attesa che arrivi la polizia. I due differenti approcci costruiscono gli ingredienti segreti che fanno della rigiocabilità di Payday 3 il punto di forza, e in tal senso è inevitabile notare un maggior numero di sfaccettature e possibilità rispetto a quanto visto nel secondo capitolo di dieci anni fa. Certo, lo scenario ideale, come dicevamo prima, sarebbe quello di giocare con tre amici, tutti muniti di cuffie e microfono, perché è chiaro che in qualsiasi altro contesto l’errore umano è quasi certo e a un certo punto si sarà costretti a correre e aprire il fuoco per fuggire via. In Payday 3 i personaggi che fanno parte della gang possono godere del supporto di alcune nuove leve, nello specifico la hacker Joy e l’ex spia Pearl, che si aggiungono a vecchie conoscenze come Wolf, Dallas, Chains e Hoxton. Il problema è che non abbiamo riscontrato effettive differenze fra un protagonista e l’altro che vadano al di là dell’aspetto estetico, personalizzabile attraverso l’acquisto di maschere, abiti e accessori. Sono più che altro equipaggiamento e abilità a differenziare le build, e sebbene il primo risulti sostanzialmente limitato dal sistema di progressione di cui abbiamo già parlato, pur concedendo l’accesso a importantissime modifiche per le armi, le seconde vanno a definire le capacità del personaggio all’interno di diversi percorsi, migliorando ad esempio l’efficacia offensiva e la resistenza oppure rendendolo in grado di inibire i sistemi di sicurezza della struttura che si sta provando a rapinare.
A livello di giocabilità il salto di qualità rispetto a 10 anni fa è stato fatto. In Payday 3, infatti, una volta indossata la maschera, ci si può muovere più rapidamente, al netto del peso delle protezioni che si indossano, e scavalcare in corsa determinati ostacoli oppure eseguire esaltanti spettacolari scivolate. Non è stato implementato però un sistema di copertura interattivo, mentre il gunplay ha mantenuto quelle peculiarità che da sempre lo contraddistinguono, con un’alta incidenza del rinculo, dei caricatori corti e del munizionamento in generale, che richiederà tattiche precise per evitare di restare senza armi proprio mentre l’azione della polizia si fa più intensa. Rispetto al passato, in Payday 3 è possibile eseguire alcune utili azioni extra anche in fase di approccio silenzioso, come ad esempio rubare tessere e chiavi alle guardie, che peraltro non tenderanno ad attaccare al minimo sospetto, ma adotteranno comportamenti più plausibili, mentre nella fase action oltre a legare gli ostaggi, essi possono essere usati come scudi umani nelle sparatorie o soprattutto possono essere liberati nella fase di negoziazione per guadagnare tempo rispetto all’irruzione delle forze dell’ordine. Queste ultime, inoltre, possono contare su strategie più articolate, che puntano a prendere di sorpresa i giocatori anziché affidarsi unicamente a cariche frontali. A rendere più vario l’approccio con gli agenti, poi, ci sono anche nuove tipologie di poliziotti, come le teste di cuoio con le loro arti marziali o gli “zapper” equipaggiati con i taser, che in alcuni casi si comportano come nemici speciali, atterrando i giocatori e infiggendogli danni finché qualcuno dei compagni non accorrerà in aiuto. Accanto agli evidenti miglioramenti, che tuttavia rappresentano per molti versi il minimo che sarebbe stato lecito attendersi dopo ben dieci anni dall’ultimo episodio, Payday 3 presenta purtroppo alcune problematiche di cui la serie sembra avere grosse difficoltà a liberarsi, a cominciare dalla discreta quantità di glitch in cui capita di imbattersi durante le missioni, e che in alcuni casi possono persino compromettere in maniera frustrante i progressi compiuti fino a quel momento. Dopodiché c’è l’annosa questione dell’intelligenza artificiale, intesa ovviamente come routine comportamentali, che è stata potenziata ma solo fino a un certo punto, anche perché in un’esperienza stealth è chiaro che avere a che fare con guardie troppo furbe o con comportamenti realistici andrebbe a limitare troppo il gameplay. Insomma, molte le novità ma non così tante come ci si sarebbe immaginati. Dal punto di vista tecnico, il passaggio all’Unreal Engine 4 ha portato a miglioramenti visivi solo parziali, mentre alcuni aspetti come gli asset generici e le animazioni dei personaggi sembrano aver subito poche modifiche significative. Il comparto audio è un punto di forza, con ottime performance vocali e effetti sonori coinvolgenti, ma il tutto è accompagnato da una colonna sonora poco memorabile. Infine, bisogna ricordare che ci sono stati problemi al lancio, inclusi bug e glitch che hanno compromesso l’esperienza di gioco. In definitiva, Payday 3 offre un’esperienza divertente e coinvolgente per i fan della serie, ma è afflitto da problemi tecnici e presenta delle lacune nella presentazione e nella trama. Lo studio di sviluppo sembra impegnato a risolvere alcuni dei problemi riscontrati, incluso l’obbligo di gioco online, ma al momento resta una proposta con alti e bassi. Resta da vedere come evolverà nel tempo e se riuscirà a catturare completamente l’essenza di un vero colpo ben pianificato. Nel frattempo noi consigliamo il gioco solo a chi gioca in compagnia di amici o a chi non vuole vivere le rapine in modo serio ma solo per il gusto di uscire vivi dalle strutture da derubare. Payday 3 è un gioco che attualmente potrebbe dare tanto, ma che fa fatica a farlo.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 7,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 7
VOTO FINALE: 7,5
Francesco Pellegrino Lise