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PARIGI, AL VIA LA CONFERENZA SUL CLIMA: I BIG DEL MONDO IN FRANCIA

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Tempo di lettura 3 minutiIl presidente del vertice Laurent Fabius apre il summit: "No ad intese al ribasso". Hollande: "Il surriscaldamento crea più migrazioni delle guerre" GUARDA LA DIRETTA

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Redazione

Si è aperta a Parigi la Conferenza sul clima. Il presidente francese Francois Hollande e il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon hanno accolto i circa 150 leader mondiali a Le Bourget, dove si svolgono i lavori. Un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi sarà osservato poco prima dell'intervento del presidente francese Francois Hollande. Il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori ha aperto con una esortazione agli Stati partecipanti: "Abbiamo un obbligo di successo" e "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso". Il presidente francese, Francois Hollande, nel suo intervento al vertice ha detto che il surriscaldamento del clima "crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre": "Dobbiamo intervenire – ha detto Hollande – in nome ella giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace", ha aggiunto il titolare dell'Eliseo. E un grande obiettivo lo ha prefissato anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama il quale ha detto che anche se "è quasi troppo tardi" per evitare che il cambiamento climatico distrugga il pianeta, i leader mondiali possono dimostrare al mondo che "uniti, se prendiamo le decisioni giuste e mettiamo da parte gli interessi a breve termine possiamo ancora invertire la tendenza". Il successo, ha osservato, "non arriverà da un giorno all'altro, ma lo vedremo a lungo termine, se riusciremo a proteggere il nostro pianeta. Forse la nostra generazione non vivrà abbastanza per vedere i frutti del lavoro di questi giorni a Parigi, ma le generazioni future sì: e se riusciamo a trasmettere ai nostri figli e nipoti quessti frutti, allora saranno orgogliosi di noi perché vivranno in un mondo più sicuro, prospero e libero di quello che noi abbiamo ereditato. Ora – ha concluso – mettiamoci al lavoro "

Il premier Matteo Renzi nel giorno del suo arrivo in conferenza affida a Facebook i suoi pensieri: "C'è una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti: il futuro del pianeta. Senza allarmismi inutili, ma dobbiamo prendere atto che siamo ad un bivio. L'Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all'egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra".Il premier sottolinea anche che l'Italia è tra i paesi leader nella ricerca: "Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy (biomasse, solare, geotermia). Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull'efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque – ribadisce Renzi -, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sara' inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L'Italia non si tira indietro"

Il contesto del summit è particolarmente complesso, con un aumento delle preoccupazioni legate alla sicurezza dopo i recenti attentati di Parigi e un clima geopolitico instabile per le forti tensioni in Medio Oriente e le diverse posizioni dei leader sulla soluzione della guerra in Siria. Il bilancio destinato dalla Francia all'organizzazione della Cop21, pari a 182 milioni, potrebbe lievitare per i maggiori costi legati all'emergenza terrorismo. L'obiettivo minimo di trovare un accordo sulla riduzione al di sotto dei 2 gradi del riscaldamento climatico globale.

L'obiettivo era stato fissato nel 2009 alla conferenza di Copenaghen, che con le sue tre pagine di conclusioni era stata considerata un fallimento dal punto di vista delle ambizioni. Dalla rivoluzione industriale, le temperature sono aumentate di poco meno di un grado e nei 23 anni trascorsi dalla conferenza di Rio le emissioni di gas a effetto serra sono ulteriormente aumentate, per raggiungere un nuovo record l'anno scorso. L'obiettivo di contenere l'aumento complessivo della temperatura al di sotto del 2% è considerato un limite non superabile da punto di vista scientifico per evitare danni irreversibili al pianeta. Gli impegni già presi dagli stati sulla riduzione dei gas inquinanti da qui al 2030, però, non riuscirebbero da soli a raggiungere tale obiettivo: se questo, come pare certo, sarà scritto nero su bianco a Parigi, occorrerà per raggiungerlo che tutti i paesi si impegnino a fare di più.

 

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