Paralisi del sonno, svegli ma immobili: di cosa si tratta?

“Mi svegliai alle 3:00 del mattino, il mio cane abbaiava, e decisi di aprirgli la porta per farla uscire; da lì feci  fatica a riaddormentarmi. Si fecero le 5.00 del mattino, ricordo che a quell’ora ero abbastanza insonnolito, infatti provai a prendere sonno, quando però ad un certo punto avvertii dei passi, che piano piano si avvicinavano sempre più verso la mia camera. In un certo momento notai una figura nera davanti al mio letto che faceva movimenti strani, sembrava stesse “danzando”. Non riuscivo a muovermi, all’inizio avevo paura però non troppa, perché pensavo fosse mio fratello più piccolo che di solito faceva scherzi del genere. Il giorno seguente mi diressi verso camera del mio fratellino, e gli chiesi, il perché alle 5:00 del mattino era in camera mia, ma lui mi rispose che verso quell’ora dormiva e che non era entrato in camera….cominciai ad avere i brividi. Cosa era successo? Perché non riuscivo a muovermi, era solo un sogno?”.

 Questo è il racconto di un ragazzo che per la prima volta ha avuto la cosiddetta “Paralisi del sonno”.

Ma che cos’è una paralisi del sonno?

La paralisi del sonno fa riferimento  ad una condizione in cui una persona, più abitualmente al risveglio (ma anche all’addormentamento; Nel periodo che precede il sonno o il risveglio), è cosciente ma incapace di utilizzare qualsiasi parte del corpo: non riesce a parlare né a muovere braccia, gambe, testa e collo.

 È un evento considerato “normale” durante la fase del sonno REM (dove nonostante sia presente un’intensa attività mentale, che ci permette di sognare, vi è una paralisi muscolare che coinvolge tutti i muscoli tranne quelli oculari) ma che viene considerata un disturbo quando si manifesta nel momento in cui il soggetto è sveglio.

 Secondo gli studi, interessa circa il 7,6% della popolazione, provocando, nella persona e in chi lo assiste, sentimenti di ansia e paura. Cosa bisogna fare se succede?

Durante un episodio del genere, la persona può avere delle allucinazioni, visualizzando immagini angoscianti (come esseri demoniaci che gravano sul petto), può provare paura e ansia, insieme ad una sensazione di soffocamento.

Le cause di questa “paralisi del sonno” possono essere:

 disturbi d’ansia, scarsa qualità e/o quantità del sonno,  consumo di alcol, farmaci o altre sostanza che modificano la percentuale di sonno NREM/REM e eventi traumatici o stressanti; Ma può soprattutto presentarsi in soggetti che hanno una privazione cronica di sonno, in persone con una sindrome ansioso-depressiva o un disturbo da attacchi di panico; rappresenta, inoltre, uno dei sintomi della narcolessia. Nei casi in cui non fosse collegata a quest’ultima si parla di paralisi del sonno Isolata.

Per far sì che si abbassi il livello di frequenza delle paralisi, è molto importante seguire una corretta igiene del sonno e tenere un ritmo sonno-veglia il più possibile regolare.

Spesso può essere utile una terapia posizionale evitando il decubito supino (tronco in appoggio sugli avambracci, gambe piegate, muscoli addominali profondi contratti) durante il sonno visto che la paralisi si verifica più frequentemente in questa condizione.

Invece nella paralisi del sonno isolata è molto raro il ricorso alla terapia farmacologica.

 Nei casi in cui è associata a narcolessia, invece, può  essere indicato il ricorso ad antidepressivi per ridurre il numero degli episodi di paralisi,  è indicata, inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale.

Purtroppo molti di noi, soffrono di queste “paralisi del sonno”, ma non se ne parla molto frequentemente.

Gente che non dorme per paura, per ansia; Gente che invece, si abitua a episodi del genere.

“Faccio fatica a dormire, prendo sonno solo alla luce del giorno, figure nere sopra di me, o nell’angolo della camera o addirittura vicino al mio letto…non so come fare; Mi disturba non dormire di notte”.

Sentiamo tanti ragazzi, tanti amici, familiari parlarne; Certi che dopo tanti tentativi per risolvere questo problema, non sono riusciti a scioglierlo. 

Quante cose può fare il nostro cervello, quante cose da scoprire. L’importante è conoscere.