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Editoriali

PAPA FRANCESCO E LA GENTE SEMPLICE

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Tempo di lettura 2 minutiSi auspica che questo sia l’inizio di un nuovo capitolo

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di Chiara Rai

Un inno alla semplicità nella messa di Natale di Papa Francesco. Sulle sue parole dovremmo tutti soffermarci  un attimo e farle nostre nel quotidiano. “Dio si è innamorato della nostra piccolezza” ha detto il Papa umile che riesce ad arrivare al cuore di tutti.  La messa di Francesco: la cosa più importante è lasciare che sia il Signore a trovarci. La luce del Bambino è stata vista dalla «gente semplice. Non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura». Potrebbero essere parole di esortazione per iniziare quell’attività di ritorno all’onestà morale perduta: “Dio che ci guarda con occhi colmi di affetto, che accetta la nostra miseria”. E allora mentre si vorrebbe spazzare via il Mondo di Mezzo con tutta la sua attività criminale per restituire le istituzioni ai cittadini per riportare un servizio che non esiste più, si auspica che questo sia l’inizio di un nuovo capitolo. Il punto di non ritorno della corruzione, arroganza, ipocrisia e malaffare è stato raggiunto.

Il giudizio finale. Vangelo secondo Matteo, c.25, vv. 31-46

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.

Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".