Cronaca
PAPA FRANCESCO A FIRENZE: "MI PIACE UNA CHIESA INQUIETA"
Tempo di lettura 5 minutiNel discorso in Cattedrale ha citato le figure popolari di Don Camillo e Peppone magistralmente raccontate da Giovannino Guareschi
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9 anni faon
Redazione
Firenze – "Che Dio protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, d'immagine, di denaro. La povertà evangelica è creativa, accoglie, sostiene ed è ricca di speranza". Papa Francesco ha elevato questa invocazione nella Cattedrale di Firenze, dove si celebra il Convegno Ecclesiale Nazionale, a 30 anni esatti dal discorso di Giovanni Paolo II al Convegno di Loreto. Con la richiesta di una più forte presenza dei cattolici nella società italiana quel discorso di Wojtyla rimase celebre e segnò la nascita del ruinismo, come modo di vivere la fede in un confronto "politico" per negoziare le soluzioni meno scomode, fermi restando i valori non negoziabili. Di tutto questo Bergoglio ha decretato il definitivo superamento proprio con l'intervento di oggi. "Non dobbiamo essere ossessionati dal potere, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all'immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso" ha avvertito con parole davvero severe. "Non voglio una chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce in un groviglio di ossessioni e procedimenti" ha ricordato ammonendo ancora: "davanti ai mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative". Poi Francesco, che nel discorso in Cattedrale ha citato le figure popolari di Don Camillo e Peppone magistralmente raccontate da Giovannino Guareschi, ha spiegato come ci si debba rapportare nel "dibattito culturale": attenzione, ha avvertito, "dialogare non è negoziare per ricavare la propria fetta della torta". E poiché oltre al ruinismo c'è stato anche il bertonismo, nel suo potente intervento il Papa ha segnalato che le principali tentazioni sono due ("non spaventatevi: non 15 come alla Curia Romana", ha scherzato): oltre "allo gnosticismo che porta a confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la tenerezza della carne del fratello", c'è infatti anche "il pelagianesimo che ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte". "Ai vescovi chiedo di essere pastori, non di più" ha chiarito Francesco. La visita a Firenze ha avuto un prologo a Prato, dove alle 8 di questa mattina il Papa ha incontrato il mondo del lavoro e reso omaggio alle 7 vittime cinesi del rogo del primo dicembre 2013. "La vita di ogni comunità – ha gridato – esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento e il veleno dell'illegalità"
17.09 – Il papa è partito in elicottero da Firenze. Il velivolo è decollato dallo stadio 'Ridolfi' dove ad attenderlo c'erano le autorità e circa 5.000 fedeli che non erano riusciti ad entrare allo stadio 'Franchi' ma che hanno seguito la Messa attraverso un maxischermo e che hanno salutato il pontefice con il coro 'Francesco, Francesco'.
16.52 – "Prima di darvi la benedizione vorrei ringraziarvi di questa calorosa accoglienza, e anche di tutta la giornata, ringraziare il cardinale arcivescovo, i cardinali e vescovi della Conferenza episcopale italiana con il suo presidente, tutto quello che avete fatto oggi per me, la testimonianza, è un ringraziamento per ognuno di voi". "Ma specialmente – ha aggiunto – vorrei dire un grazie ai carcerati che hanno fatto questo altare dove Gesù oggi è venuto. E a tutti voi grazie tante e per favore vi chiedo di pregare per me". Il riferimento del Papa è stato all'altare dove è stata celebrata la messa, realizzato dai detenuti del carcere di Sollicciano.
15.24 – Bianco, rosso e giallo: di questi colori è diventato lo stadio di Firenze, gremito di fedeli che sventolano fazzoletti con i colori del vaticano per salutare il Pontefice, arrivato al Franchi. Francesco, sulla Papamobile insieme al cardinale e arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, ha compiuto il giro completo del prato per raggiungere il palco dove celebrerà la messa, salutando tutti. Il Papa celebra la messa per 50mila persone.
13.59 – Oltre 50 mila fedeli si sono già raccolti nello stadio Franchi di Firenze, che tra non molto accoglierà la messa celebrata da Papa Francesco. Il flusso di persone non si è mai interrotto dalla tarda mattinata. Dai fedeli è partito un grande coro con l'Ave Maria.
13:01 – Il Papa ha incontrato 33 infermi nella basilica della Santissima Annunziata. L'incontro, secondo quanto hanno riportato alcuni presenti, e' stato "molto commovente". Il pontefice si è intrattenuto con i malati, fra cui alcuni bambini, e si è fermato a pregare davanti all'immagine della Madonna lasciando davanti al dipinto una rosa bianca con due biglietti.
12:00 – Il Papa è arrivato in piazza Santissima Annunziata a Firenze ed è entrato nella basilica dove pregherà con un gruppo di malati. Tra loro anche il maresciallo Giuseppe Giangrande, il carabiniere rimasto gravemente ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013.
11:23 – "Faccio appello soprattutto a voi, giovani", ha detto il Papa, "superate l'apatia. Che nessuno disprezzi la vostra giovinezza", "vi chiedo di essere costruttori dell'Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell'ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l'amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell'oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni".
11:22 – "Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà". E' il mandato del Papa al V convegno della Chiesa italiana. "La Chiesa italiana – ha detto il Papa – ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d'Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone".
10:57 – "La riforma della Chiesa poi – e la Chiesa è semper reformanda – è aliena dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell'ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività".
10:52 – "Non dobbiamo essere ossessionati dal 'potere', anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all'immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso".
13:42 – "Lei è la papessa, avete la papessa": così Papa Francesco alla mensa dei poveri della Caritas di Firenze appellando, con divertimento, la responsabile che stava redarguendo gli ospiti affinché si disponessero seduti nel refettorio per il pranzo con il pontefice. Poi c'è stato il pranzo preceduto da una preghiera. Papa Francesco, per pranzare con i poveri alla mensa della Caritas in piazza Santissima Annunziata a Firenze si è registrato come tutti, ricevendo quindi l'apposita tesserina.
13:29 – Una lunga serie di applausi ha scandito i passaggi più emozionanti del discorso che il Papa ha tenuto stamani nel Duomo di Firenze davanti ai delegati Cei e a un folto pubblico di fedeli, in occasione del convegno della Chiesa italiana. Prima di uscire dalla cattedrale Bergoglio ha accolto e salutato alcune decine di persone che gli si erano avvicinate, stringendo le mani e dedicando ad ognuno un po' di ascolto e alcune parole. Ma soprattutto il Papa ha salutato e abbracciato molti bambini che il pubblico gli porgeva al suo passaggio.
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