Paolo De Sanctis, una morte che si poteva evitare? La Procura Generale di Roma riapre il caso e indaga per omicidio colposo

Sono trascorsi due anni e mezzo dalla morte di Paolo De Sanctis il ragazzo di Nemi deceduto a seguito della caduta dal ponte monumentale di Ariccia dopo un volo di oltre 60 metri.

Una morte per cui il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Roma ha avocato a se le indagini preliminari togliendole di fatto alla Procura di Velletri che dopo aver archiviato una prima volta il caso come suicidio ha richiesto una seconda archiviazione, a seguito della denuncia querela fatta dai famigliari di Paolo attraverso il loro legale, nei confronti dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Albano Laziale.

Officina Stampa del 16/07/2020 – Il video servizio sul caso della morte di Paolo De Sanctis

Una denuncia querela dove si evidenziano nel dettaglio quelle che secondo i famigliari di Paolo sono precise responsabilità da parte dei sanitari del Pronto Soccorso che nonostante abbiano accertato un trauma cranico minore e un tasso alcoolemico di 1,563 grammi/litro lo hanno dimesso dopo appena un’ora.

Officina Stampa del 16/07/2020 – Il papà di Paolo Gino De Sanctis insieme all’Avvocato Alessandro Zottola ospiti in trasmissione per parlare degli ultimi sviluppi giuridici sul caso

Occorre ricordare che Paolo, qualche ora prima di cadere dal ponte monumentale di Ariccia, era stato trasportato al Pronto Soccorso di Albano Laziale dai sanitari del 118 dopo essere rimasto coinvolto in un incidente stradale mentre era alla guida di una Fiat Panda.

Tanti gli interrogativi posti dai famigliari, nella denuncia querela per la quale la Procura di Velletri ha richiesto l’archiviazione, che non credono nella tesi che Paolo, dopo essere stato dimesso, lo ripetiamo dopo appena un’ora, dal pronto soccorso con un trauma cranico in corso e un tasso alcoolemico importante, abbia avuto realmente l’intenzione di suicidarsi.

Dunque, la Procura di Velletri non ha effettuato nuove indagini ritenendo che nel primo procedimento poi archiviato erano già stati svolti gli accertamenti medico-legali e tossicologici necessari richiedendo quindi una seconda archiviazione del caso. E qui è intervenuta la Procura Generale di Roma che ha revocato la richiesta di archiviazione e disposto l’avocazione del caso riaprendo di fatto le indagini preliminari per omicidio colposo.  

Ora sarà quindi Roma a indagare su eventuali responsabilità da parte dei sanitari del pronto soccorso di Albano Laziale. Hanno fatto tutto ciò che dovevano? O hanno lasciato che Paolo terminasse la sua vita giù dal ponte di Ariccia?