La richiesta di archiviazione, presentata dalla Procura, è stata formulata sulla base del fatto che mancava la denuncia, ovvero la querela di parte necessaria a perseguire il reato
Sono trascorsi più di due anni dalla morte di Pamela Mastropietro, la diciottenne uccisa nel 2018.
La Procura di Macerata ha archiviato le indagini sui due uomini accusati di violenza sessuale per mancanza della querela di parte
Si tratta di un uomo di Mogliano che aveva dato un passaggio in auto alla ragazza, dopo che si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia e di un tassista di origini argentine che la avrebbe ospitata a casa sua la notte del 29 gennaio poche ore prima dell’omicidio per cui è stato condannato all’ergastolo Innocent Oseghale. Entrambi gli indagati erano accusati di aver avuto rapporti sessuali con la diciottenne approfittando del suo “evidente stato di difficoltà” e di “minorata difesa“.
La richiesta di archiviazione, presentata dalla Procura, è stata formulata sulla base del fatto che mancava la denuncia, ovvero la querela di parte necessaria a perseguire il reato
La famiglia di Pamela – rappresentata dallo zio della ragazza, l’avvocato Marco Valerio Verni, si era opposta: come avrebbe potuto sporgere denuncia Pamela, uccisa nemmeno 24 ore dopo?
Un vuoto normativo, come ha spiegato l’avvocato Verni, in cui nemmeno un tutore o un familiare può sostituirsi alla vittima e presentare querela al suo posto. Lo stesso giudice che ha accolto la richiesta di archiviazione ha evidenziato il difetto normativo che, in casi come questi, impedisce di fatto a terze persone di cercare e magari ottenere giustizia.
L’appello dei familiari di Pamela è ora rivolto alla politica affinché si colmi questa lacuna e che la morte di Pamela serva anche a questo.