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Beatrice Delfini: "L’arbitro bravo è quello che non distribuisce cartellini: deve essere così autorevole, non autoritario, quasi di esempio, al punto da essere seguito dai giocatori, senza ammonizioni ed espulsioni".
Redazione
Palombara Sabina (RM) – Beatrice Delfini è una delle tante ragazze sportive che partecipano a Miss Italia, ma non gioca, dirige chi lo fa e deve far rispettare le regole. E’ infatti un arbitro di calcio, categoria “Giovanissimi” della Figc. Finalista regionale, 19 anni, di Palombara Sabina, capelli castani, occhi coloro nocciola, Beatrice è al quinto anno del Liceo Socio Pedagogico, dopo un anno di sosta per motivi di lavoro della famiglia, ed ha una sorella che si chiama Andrea, proprio così. «E’ più difficile arbitrare che fare la miss: qui mi diverto, sono ore di spensieratezza. In campo è sempre una piccola battaglia perché chi gioca pensa soltanto al gol, a sovrastare l’avversario, con polemiche e ripicche, mentre io cerco di far capire ai ragazzi (per ora non ho mai arbitrato squadre femminili) che lo sport è un’attività nobile. Almeno a questi livelli, deve essere vissuto con gioia, sia da parte dei giocatori che da parte del pubblico. Una bella azione, una ‘giocata’ preparata e realizzata in maniera fantastica dà una grande soddisfazione. La vittoria poi arriva. Il calcio deve abituare alla disciplina, al rispetto delle regole e dell’avversario. Non serve a niente stare 90 minuti in mezzo al campo a discutere e a tirarsi calci».
La saggia Beatrice, che elogia la preparazione ricevuta dagli istruttori della Federazione, parla anche del suo ruolo: «L’arbitro bravo è quello che non distribuisce cartellini: deve essere così autorevole, non autoritario, quasi di esempio, al punto da essere seguito dai giocatori, senza ammonizioni ed espulsioni».
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