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Cronaca

Palermo, villa confiscata diventa la nuova sede del Centro Studi Borsellino

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PALERMO – Inaugurata ieri in via Bernini 52 nel capoluogo siciliano la nuova sede del Centro Studi Borsellino. La lussuosa villa sede del Centro è stata confiscata ai costruttori Sansone accusati dalla magistratura di aver favorito la latitanza del boss Salvatore Riina deceduto lo scorso 17 novembre.

La sede è composta da una grande sala riunioni con camino, ampie stanze che serviranno allo svolgimento delle attività del Centro

Fino al 1993 i fratelli Gaetano e Pino Sansone operavano nel capoluogo progettando diverse abitazioni-presidio di cosa nostra tra cui questa villa oggi finalmente divenuta simbolo della legalità. Presenti all’inaugurazione diverse personalità tra cui Salvatore e Rita Borsellino, il sindaco Leoluca Orlando, Nando Dalla Chiesa e i Picciotti della Lapa del Teatro Ditirammu che con letture canti ed esibizioni hanno intrattenuto e commosso i numerosi presenti.

Salvatore Borsellino ha commentato la lussuosa villa divenuta sede con sottile e divertente ironia

“Altro che latitanza – ha detto Salvatore Borsellino – ricotta e cicoria, non ho mai visto un posto cosi a Palermo, una casa davvero bellissima. E’ fortemente simbolico che questo presidio nasca qui in quello che in passato è stato ben altro che rispetto al presidio della legalità che vuole essere oggi e tuttavia, malgrado rappresenti un bel traguardo, non posso non pensare che di presidi ne servano altri e altrove”. Il tono poi diventa sommesso e un certo rammarico traspare dalle sue parole che non possono ignorare che il Centro stesso e la sua gestione non godono di aiuti e piena considerazione della istituzioni cittadine e persevera una certa indifferenza da parte di una grande fetta di palermitani che voltano le spalle per disinteresse: “Lì devo fare tutto da solo, non ho nessun aiuto economico o di altra natura – spiega Salvatore Borsellino – oramai in troppi si sono dimenticati di quella Palermo, specie chi la città la dirige. Cerimonie come questa sono importanti ma c’è un’altra Palermo che ha altrettanto bisogno che la mafia continui ad essere combattuta”. E’ un passo che arriva dopo i tanti già fatti e che anticipa quelli che in futuro verranno compiuti soprattutto dai giovani, custodi più fedeli in assoluto che troveranno casa e accoglienza in un posto dove potersi esprimere meglio; è questo il commento positivo ed ottimista detto tra le lacrime da Rosa Mistretta, moglie di Vito Parrinello, recentemente scomparso, fondatore della compagnia tradizionale popolare degli artisti di strada mescolata al Rock Pop e Folk che come precedentemente detto hanno commosso i presenti con le loro esibizioni e letture. Un valore positivo per una Palermo che segue la strada a piccoli passi per un futuro diverso.
Paolino Canzoneri